“Rispettiamo scelte della Comunità, indispensabile adoperarsi per costruire insieme un percorso di riflessione e di ascolto in grado di ricomporre una frattura che a nostro avviso lede i valori stessi alla base delle celebrazioni del 25 aprile 1945”. Lo scrivono in una lettera al presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello 32 senatori del Pd, prima firmataria Daniela Valentini.

“Siamo convinti – spiegano – che celebrare il 25 aprile significhi innanzitutto ricordare i valori fondanti della nostra democrazia e tutti coloro che in un’Italia divisa si schierarono a fianco della libertà. Molte persone persero la vita per garantire a noi i diritti di cui oggi possiamo godere e la vittoria di quei valori che hanno reso in questi anni l’Italia una delle democrazie più avanzate del continente. La lotta per la Liberazione – e la nascita della Repubblica e della Costituzione del 1948 che da quell’esperienza direttamente derivano – è stata possibile grazie al contributo di tante persone, segnate da una pluralità e varietà di percorsi, aspirazioni, ispirazioni”.

“Tutti però accomunati dalla voglia di costruire un Paese nel quale non ci fosse spazio per intolleranza, prevaricazione, discriminazione – sottolineano – Tra queste persone c’erano tanti uomini e donne ebrei che, scampati alle deportazioni, scelsero di rischiare la propria vita per tutti noi. Una scelta che conferma e rafforza la convinzione che le vicende della Comunità ebraica romana siano parte integrante e costitutiva della storia di Roma e dell’Italia”.

“Per queste ragioni concludono i 32 senatori Pd –  rispettando la sua scelta di non volere aderire a celebrazioni nelle quali siano messe in discussione la storia della sua Comunità, allo stesso tempo riteniamo indispensabile adoperarci per costruire insieme un percorso di riflessione e di ascolto in grado di ricomporre una frattura che a nostro avviso lede i valori stessi alla base delle celebrazioni del 25 aprile 1945”.


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