“Rivendico con orgoglio la più scrupolosa e trasparente gestione delle casse del partito, così come sono certo della medesima attenzione nell’amministrazione della fondazione Eyu”. Lo scrive in una lunga nota il tesoriere del Pd e senatore Francesco Bonifazi, in risposta a M5S che annuncia di aver pubblicato l’elenco dei donatori dell’Associazione Rousseau e aver presentato il suo bilancio in Parlamento, polemizzando con i dem. “Fuori tempo massimo e con le solite provocazioni il M5S e Rousseau ammettono la loro opacità e si accorgono che in questo Paese è possibile non soggiacere ad alcun obbligo di trasparenza semplicemente non aderendo, come loro fanno, alla normativa sul 2xmille – afferma Bonifazi -. Noi siamo sempre stati trasparenti, a differenza loro”. “Ma visto che la proposta di dare maggiore trasparenza deriva proprio da coloro che non ce l’hanno – ancora il tesoriere Pd -, sono disposto a cessare ogni forma di polemica se davvero il vicepresidente Di Maio è disponibile ad aprire un tavolo concreto in cui scrivere una legge che sancisca, in modo definitivo, i principi di trasparenza cui dovranno soggiacere tutti i partiti politici e i soggetti ad essi in qualsiasi modo correlati”. “A seguito degli ultimi accadimenti di Roma, ho registrato in questi giorni una grande confusione mediatica. Quindi, ritengo necessario fare qualche precisazione: il PD fa il record di incassi con il suo 2xmille, mentre le donazioni sono una parte del tutto marginale del suo bilancio – così Bonifazi -. Il PD ha un profilo assolutamente trasparente, eppure c’è chi vuole confondere le mele con le pere, ovvero sostenere che la Fondazione EYU, tirata in ballo in questi giorni, sia stata utilizzata come “scatola vuota” per finanziare il PD. C’è qualche giornale che sembrerebbe far intendere che una delle tante ricerche svolte dalla fondazione EYU, specificamente quella richiesta da una società del gruppo Parnasi, fosse un modo per recepire un finanziamento mascherato a vantaggio del PD. La Fondazione EYU è, invece, una “scatola piena” – conclude Bonifazi – . Innanzitutto è una fondazione riconosciuta presso la prefettura di Roma e, per la qualità delle iniziative e degli approfondimenti che ha svolto, dopo un vaglio di sei mesi è stata ammessa all’interno della Feps (Foundation for European Progressive Studies)”.


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