In molti lo hanno richiesto, ora Matteo Renzi potrebbe concederlo: un Senato sul modello tedesco, il Bundesrat. Un`offerta che serve anche a placare le ire della minoranza Pd.
Senatore Vannino Chiti, questa non era una sua proposta?
«Sì, sarei stato favorevole al Bundesrat, ma con un altro tipo dí legge elettorale. Con l`Italicum cambiano le condizioni. Il modello tedesco si basa su un sistema proporzionale che ha il 5% di sbarramento. Noi avremo una legge ipermaggioritaria, che necessita di un Senato diverso».
Cosa propone?
«Nella lettera alla ‘Stampa’ il premier ha detto che dopo l`Italicum bisogna riflettere sulla riforma costituzionale individuando quali debbano essere gli equilibri, i pesi e i contrappesi. Bene: per riequilibrare l`Italicum serve un Senato eletto dai cittadini in concomitanza con le elezioni regionali. Un Senato che sia di garanzia e abbia un rapporto diretto con i territori».
Perché il Bundesrat non va bene?
«Perché dà rappresentanza ai governi regionali che si esprimono con un voto unitario. Dunque non si compone di gruppi politici, e non ha bisogno di essere eletto dai cittadini. Mentre il Senato che viene fuori da noi, se il testo non sarà modificato, è un pasticcio che, alla luce dell`Italicum, peggiora le cose».
Ma si può toccare un testo che, sull`elettività del Senato, è rimasto lo stesso nei primi due passaggi alle Camere.
 «Sono tanti ì costìtuzionalìsti a sostenere che, finché non c`è un testo definitivo, non si possono applicare alla riforma costituzionale le norme che valgono per le leggi ordinarie. Si può intervenire senza ripartire da zero, anche perché la Camera ha introdotto una modifica sostanziale: i senatori non vengono più eletti ‘nei’ consigli regionali ma ‘dai’».
La minoranza del Pd al Senato è compatta?
«Non è una questione di maggioranza o minoranza Pd. Renzi farebbe bene a recuperare il rapporto con le opposizioni. Le riforme devono garantire la governabilità ma anche la rappresentanza».

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