“Dalla Corte costituzionale, una decisione storica e molto attesa: non sara’ piu’ possibile attribuire automaticamente a bambine e bambini il solo cognome
del padre. La Corte tutela l’identita’ personale di figli e figlie e da’ piena attuazione al principio di eguaglianza. E’ stata eliminata una discriminazione insopportabile, che rendeva invisibili soprattutto le donne nella determinazione della
discendenza”. Lo dichiara Monica Cirinna’, senatrice e
responsabile Diritti del Partito democratico. “Dispiace pero'”,
prosegue, “che – a sei anni dalla prima decisione della Corte
sul tema – il Parlamento non sia riuscito a dare risposte:
ancora una volta, questa vicenda dimostra che sui diritti la
politica deve trovare il coraggio di decidere. Ogni ambiguita’,
ogni esitazione, ogni incertezza tiene in ostaggio identita’,
storie ed esperienze che chiedono di essere riconosciute e
tutelate: e quando la misura e’ colma, bene fanno le Corti – a
partire dalla Corte costituzionale – a intervenire. Mi auguro
allora”, conclude, “che il Senato, che sta discutendo proprio in
questi giorni i disegni di legge sull’attribuzione del cognome
della madre, colga l’occasione di questa sentenza per dare una
sistemazione alla materia, che sia definitiva e pienamente
rispettosa dei diritti e dell’eguaglianza di tutte le persone”.


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