La legislatura in corso si sta caratterizzando per una profonda azione di riordino istituzionale del Paese e per un giusto contenimento dei costi della politica. Come vice presidenti del Senato e della Camera, sulla base degli indirizzi dei nostri Presidenti e dei Consigli di Presidenza, abbiamo lavorato in questi anni per dare un contributo a questo processo. E’ una strada intrapresa sin dall’inizio del nostro mandato, con un progetto di rinnovamento delle amministrazioni di Camera e Senato, avviato già prima della riforma costituzionale, ma che il DDL Boschi conferma e rafforza.
Le novità introdotte con la riforma costituzionale rendono infatti quella amministrativa un suo corollario essenziale: il nuovo assetto istituzionale potrà funzionare al meglio solo se sarà accompagnato da un modello amministrativo funzionale ai suoi obiettivi di innovazione, specializzazione, razionalizzazione, semplificazione.
La riforma Costituzionale, all’ articolo 40 prevede, infatti, l’integrazione funzionale delle amministrazioni parlamentari, il ruolo unico dei dipendenti ed uno statuto unico del personale. Abbiamo oggi un’occasione importante: da un lato possiamo procedere alla revisione di assetti organizzativi che appaiono superati, dall’altro possiamo rafforzare le strutture (come quelle di studio e documentazione) funzionali ad ottenere un migliore e più semplificato esercizio della funzione legislativa, e a potenziare le attività di controllo del Parlamento, che nel nuovo assetto costituzionale dovrà essere maggiormente sviluppata rappresentando un elemento qualificante del ruolo che le Camere dovranno esercitare. I documenti di indirizzo approvati dagli Uffici di Presidenza – anche su proposta dei Collegi dei Questori – si muovono su queste linee. In particolare essi stabiliscono che le strutture amministrative e di documentazione delle due Camere dovranno integrarsi e, ove possibile, unificarsi per superare duplicazioni, utilizzare al meglio le risorse umane investendo anche sull’acquisizione di nuove e più necessarie competenze; che le gare per l’acquisizione di beni e servizi comuni debbano essere svolte congiuntamente, con evidenti economie di scala. Gli stessi indirizzi definiscono poi il percorso per istituire in tempi brevi il ruolo unico e lo statuto unico del personale, per armonizzarne conseguentemente le condizioni giuridiche ed economiche, per favorire l’utilizzo flessibile delle risorse umane nel rispetto delle esigenze di funzionamento del Senato e della Camera.
Un percorso complesso, certo, che deve essere portato avanti con serietà, coerenza e gradualità, per non travolgere le cose positive e perché i cambiamenti devono essere sperimentati per non correre il rischio di improvvisazioni o fughe in avanti. Per farlo bisogna sempre tenere presenti gli obiettivi che abbiamo: migliorare la qualità del lavoro delle nostre istituzioni e lavorare per una riduzione dei loro costi. Un intreccio non facile, ma non impossibile. In tema di risparmi si sono già prese decisioni importanti in questa legislatura: per quanto riguarda il personale in servizio sono state adottate diverse e significative misure di riduzione degli stipendi e con questo obiettivo sono state definite le tabelle retributive per i nuovi assunti. Sono passaggi importanti e complessi, a cui troppo spesso la comunicazione e i Media non danno il giusto rilievo. Abbiamo molto da ricostruire in termini di fiducia nelle istituzioni, ed abbiamo bisogno che in questa sfida tutti i gruppi dirigenti diffusi del Paese adottino un principio di verità, perché di istituzioni autorevoli ed efficienti abbiamo bisogno tutti.


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