Lettera aperta
Con grande convinzione ho votato Sergio Mattarella, da oggi dodicesimo Presidente della Repubblica. Figura autorevole che ha interpretato il suo percorso politico con equilibrio, senso civico e del dovere.

Una candidatura sostenuta da tutte le anime del Partito Democratico che ha rispettato il ruolo di componente politica di riferimento assumendosi appieno le responsabilità dell’indicazione del nuovo
Presidente della Repubblica.

Una convergenza ampia sulla figura di Sergio Mattarella e sul suo profilo istituzionale. Negli anni ’80 ministro dei rapporti con il Parlamento e dell’Istruzione, relatore della legge elettorale che prenderà il suo nome, il “mattarellum”, nel 1993, Vicepresidente del Consiglio prima e Ministro dell’Interno negli anni ’90 nei Governi D’Alema; conosce profondamente le dinamiche ed i meccanismi parlamentari e per questo rappresenta una figura di garanzia che certamente saprà vigilare sull’attività del Governo, della Camera e del Senato e con loro dialogare nel modo più proficuo per il bene del Paese e della comunità.
Raccogliere il testimone da Giorgio Napolitano non sarebbe stato facile per nessuno data la straordinarietà del doppio mandato e del ruolo che ha dovuto ricoprire in un momento di profonda crisi politica del
Paese. Mattarella ha dimostrato nella sua storia parlamentare e di uomo un grande senso dello Stato e delle Istituzioni, oltre alla fermezza nella difesa dei propri principi e valori. Ricordiamo tutti come nel 1990 si dimise dal Ministero alla Pubblica Istruzione in aperto disaccordo con l’approvazione della legge Mammì sul riassetto del sistema radio televisivo, che favoriva reti private in difformità dalle direttive europee.
Un giurista, uomo di polso e di principi, soprattutto quando si tratta di difendere i valori della Costituzione. Carta non certo intoccabile, ma che, anche in sede di modifica, dovrà salvaguardare i valori dei padri costituenti di cui Sergio Mattarella è sempre stato custode.

Non possiamo inoltre dimenticare, soprattutto in un periodo in cui il concetto di politica e di rappresentanza viene messo costantemente in discussione, che la sua storia personale e professionale, è giudice della corte costituzionale, rimanda al concetto più alto di legalità, trasparenza ed etica pubblica.
Il Paese è atteso da sfide importanti, prima di tutto quella delle riforme. Proprio il Presidente della Repubblica dovrà rappresentare il punto di riferimento per tracciare una rotta certa. Un interlocutore per Governo e Parlamento, ma sempre di più per i cittadini che in questa figura riconoscono un punto di riferimento.


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