‘Non possiamo rischiare di votare ancora con queste regole. Il sospetto di voler perpetuare le larghe intese è inaccettabile e infondato’
«Il Pd deve mettersi d`accordo con se stesso soprattutto su un punto: serve una legge elettorale transitoria o siamo disposti a correre il rischio di tornare al voto con il Porcellum? Questo è il vero nodo che dobbiamo sciogliere. Tutto il resto, a partire dalla falsa distinzione tra chi vuole salvare il bipolarismo e chi invece vorrebbe tornare al proporzionale, è una sciocchezza. O peggio, strumentalizzazioni di chi pensa di utilizzare questo tema per fare delle scorribande congressuali». Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, è irritata dalle recenti polemiche nel Pd sulla legge elettorale. Scatenate in particolare dal fronte renziano, che teme che la legge transitoria diventi stabile e che l`Italia sia condannata alle larghe intese sine die.
Onorevole, l`accusano di aver portato la legge elettorale in Senato per accordarsi col Pdl a spese del bipolarismo.
 «Ma scherziamo? Nel Pd non ci sono tifosi del maggioritario e del proporzionale. Siamo tutti per il doppio turno, dunque tutti per il maggioritario e per il bipolarismo. Il primo giorno di legislatura ho ripresentato quel modello in Senato, e poi un Mattarellum corretto come legge transitoria. Se la legge è incardinata in Senato non è per un trucco ordito dalla sottoscritta, ma per un motivo semplice: prima della pausa estiva entrambe le Camere hanno votato la procedura d`urgenza. Ma alla Camera si sono dimenticati di iscrivere la legge elettorale all`ordine del giorno della commissione competente, cosa che invece abbiamo fatto in Senato».
A palazzo Madama su quale modello state lavorando?
«C`è uno schema di punti, non una bozza. Stiamo lavorando su una legge transitoria, come più volte richiesto dal presidente Letta nelle sue dichiarazioni programmatiche e sollecitati anche dagli appelli del Quirinale. E per venire a noi anche la Direzione del Pd si è espressa positiva- mente su questo. Ci sono alcuni punti condivisi, come la scelta dei parlamentari da parte dei cittadini. Poi c`è il tema della governabilità, che noi vogliamo risolvere con il doppio turno di coalizione, e cioè il ballottaggio tra le prime due forze. Ma su questo punto finora c`è stata l`adesione solo di Scelta civica, mentre il Pdl ha respinto qualunque ipotesi di doppio turno. A questo punto il Pd deve decidere: vogliamo comunque cambiare il Porcellum o ci prendiamo il rischio di rivotare con questa legge se si dovesse tornare alle urne prima della scadenza?».
 Lei ritiene che vada comunque cambiata la legge attuale?
«Io credo di sì. La legge su cui si sta lavorando in Senato è un modello simile allo spagnolo, con alcuni meccanismi come le circoscrizioni piccole che correggono un esito puramente proporzionale in senso maggioritario e un premio di maggioranza solo per chi raggiunge il 40%. Ritengo che questo modello, soprattutto se saranno inserite le preferenze, sia molto migliore del Porcellum».
C`è chi teme che una legge transitoria possa diventare invece molto stabile…
«Se il processo delle riforme costituzionali va in porto si farà anche una legge elettorale conseguente. Se non va in porto, invece, bisogna decidere come regolarsi rispetto alla legge transitoria. Io credo che su questo si debbano riunire i gruppi parlamentari, poi la Direzione. Il Pd deve discutere, ma partendo da un dato di realtà che sono i numeri che ci sono in Parlamento. Nei partiti normali si fa così, non si spara sul pianista».
Ha avuto sentito una ‘sparatoria’?
«Ci sono state omissioni e strumentalizzazioni. Come l`idea che ci fosse nel Pd una fronda proporzionalista, o peggio inciucista. Io svolgo il mio ruolo di presidente di commissione cercando di farlo con equilibrio».
Con quel modello simil-spagnolo si rischia di non avere un vincitore in nessuna Camera e tornare alle larghe intese…
«Il rischio di non avere una maggioranza definita potrebbe esserci. Per questo il Pd si farà promotore di una iniziativa robusta per il doppio turno e per garantire la governabilità, che non è un`ossessione solo del Pd o di una sua parte ma una esigenza del Paese».
Ritiene che l`ala governista del Pdl possa essere un interlocutore anche a prescindere da Berlusconi?
«Me lo augurerei vivamente, ma all`oggi non vedo segnali di questo tipo».
Crede che in una parte del Pd ci sia la tentazione di un sistema elettorale che preservi le larghe intese?
«È una preoccupazione assolutamente in-fon-da-ta. E una delle ragioni per cambiare in fretta il Porcellum è proprio questa: se si rivota domani con questa legge le larghe intese sono la destinazione già predefinita`>.
Il Mattarellum potrebbe essere una buona legge transitoria?
«Ho presentato un ddl per il ritorno al Mattarellum, eventualmente corretto. Ma neanche questo sistema garantisce la governabilità, e inoltre obbliga a coalizioni forzose. Né credo che il M5S sia un alleato plausibile su questo tema: loro sono per un proporzionale purissimo, hanno presentato un disegno di legge e lo ripetono sempre».
A questo punto come se ne esce?
«Il Pd deve decidere se vuole o meno una legge transitoria. Sarebbe importante andare avanti in commissione e vedere se il Pd riesce a rendere il sistema più maggioritario. Mi affido a Max Weber. ‘La politica richiede equilibrio tra ideale e responsabilità, tra convinzioni profonde e consapevolezza delle conseguenze che hanno le scelte e i gesti che vengono compitar».
Se però passa la legge spagnola, con quella si vota la prossima volta e chissà fino a quando…
«Oggi come oggi l`alternativa è il Porcellum. Almeno la bozza spagnola affronta le criticità sollevate davanti alla Corte costituzionale, a partire da una soglia per evitare che col 25% si possa avere il 55% dei seggi».

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