‘Il semipresidenzialismo? Servono garanzie’
Presidente Finocchiaro, su qúesta «clausola di salvaguardia» per sminare il Porcellum, Pd e Pdl hanno idee ben diverse. Come se ne uscirà, con un nulla di fatto?
«Ci dobbiamo provare ad arrivare ad un accordo. Ovviamente recependo le censure di legittimità costituzionale del testo, ma anche producendo una legge elettorale che consenta la governabilità. Un ritocco del porcellum, sia fissando una soglia del 40% per accedere al premio, sia eliminandolo, consegnerebbe il Paese alla ingovernabilità. Se dobbiamo fare una legge transitoria che speriamo di non utilizzare mai, questa deve avere i
due suddetti requisiti. Ma dico che stavolta sulle riforme da varare non c`è prova d`appello».
Teme che trasformare il porcellum in un proporzionale puro spiani la strada di nuovo alle larghe intese, visto che non vincerebbe nessuno?
«Certo, quel sistema senza premio o con una soglia del 40%, che non credo nessun partito ora possa raggiungere, ci farebbe nuovamente finire nella ‘palude’ e presumibilmente di nuovo alle larghe intese. Ipotesi che pur sostenendo lealmente questo governo, noi consideriamo pur sempre un`eccezione».
Chi è favorevole a questo ritocco del porcellum non si pone tanto questo problema.
«Esatto, invece noi ce lo poniamo».
Ma nel Pd siete spaccati tra chi sposa il ritocco e chi vuole passare al mattarellum.
«Il segretario del mio partito ha detto che il porcellum ritoccato ci darebbe un parlamento ingovernabile. Viceversa, il ‘Mattarellum’ costringe a stringere le alleanze in fase pre-elettorale e le modifiche da me proposte lo renderebbero ancora più maggioritario. Inoltre si caricherebbero di maggiore responsabilità nella scelta i cittadini. Che al momento del voto, oltre a scegliersi i candidati, deciderebbero la maggioranza che dovrebbe
poi governare».
Certo è singolare che per la prima volta molti di voi siano d`accordo sul semipresidenzialismo
e doppio turno come approdo finale, in linea con quanto chiede il Pdl. Prima Veltroni e Renzi, ora anche i
dalemiani vogliono presentare una proposta di legge in tal senso. Lei che ne pensa?

«Non dobbiamo avere nessun tabù, anche sul semipresidenzialismo si può ragionare senza rifiutare di prendere in considerazione ipotesi che possano essere utili alla stabilità. Il mio partito non si è mai pronunciato sul tema. Ma io credo che, al di là del percorso scelto sulle riforme che deve vedere il parlamento e non solo il governo protagonista, sia questo il vero nodo politico che dobbiamo sciogliere. Detto questo, io ci devo riflettere,
perché so che in questo Paese una discussione sul semipresidenzialismo col Pdl è molto difficile: sono convinti
anche loro che senza una legge rigorosissima su incompatibilità e conflitto di interessi non sia possibile introdurre questo sistema? Non si può fare il semipresidenzialismo senza le garanzie che in qualsiasi Paese civile del mondo lo corredano».
A proposito di proposte di legge: la sua sui partiti e i movimenti non è piaciuta granché a chi vorrebbe una pax parlamentare anche con i grillini. Pentita?
«No, affatto. Io invece la difendo: quando lo stesso testo fu presentato un anno fa alla Camera, venne salutato come la prima parola chiara del sistema dei partiti sul controllo del finanziamento pubblico…».
E come mai alla Camera nessuno si è sognato ora di ripresentarla?
«Questo non lo so. Noi sosteniamo che lo Stato può dare soldi a un partito se quel partito garantisce una qualità democratica, secondo quanto prevede la Costituzione. È vero, mi sono mossa sul modello di partito tradizionale, non avevo considerato che ci possono essere forme di partecipazione democratica diverse. Ma
io credo che dentro i 5Stelle, ma anche nelle altre forze politiche, il fenomeno della partecipazione democratica regolata non sia esplicito. Il punto è solo questo ed è ridicolo dire che l`ho fatto per escludere Grillo dalle elezioni. Sarebbe piuttosto interessante aprire un confronto anche con i 5Stelle su questo».

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