Presentati nove emendamenti e otto subemendamenti da 34 senatori del Partito Democratico
‘La prossima settimana la prima Commissione del Senato esaminerà gli emendamenti e i subemendamenti presentati sui testi emendativi della relatrice Anna Finocchiaro. Un consistente numero di parlamentari del PD non intende rinunciare a svolgere sino in fondo una funzione coerente con le prerogative del Parlamento e ha depositato nove emendamenti e otto subemendamenti che si propongono di migliorare anche alcune delle proposte della presidente Finocchiaro’. Lo scrivono in una nota i senatori del Pd Miguel Gotor e Carlo Pegorer.
‘In particolare, assieme a una trentina di colleghi senatori, abbiamo depositato dei testi che anzitutto eliminano i capolista bloccati perché deve essere restituito agli elettori italiani il diritto di eleggere i propri rappresentanti come tutti i candidati alle primarie per eleggere il segretario del Pd hanno promesso di voler fare e come era stabilito nel programma elettorale delle elezioni politiche del 2013. Tanto più – spiegano – che alla luce della riforma del bicameralismo perfetto, non è possibile che in presenza di una sola Camera politica, il 60 per cento dei deputati sia nominata da tre o quattro “grandi nominatori” e che le preferenze siano previste solo per la forza che conquista il premio di maggioranza, con evidenti rischi di incostituzionalità. In secondo luogo ci proponiamo di limitare le pluricandidature, riducendole da 10 a 3 per evitare che il cittadino sia espropriato del diritto a vedere riconosciuto e finalizzato il voto che ha espresso. In terzo luogo chiediamo che sia riconosciuta una norma di salvaguardia che leghi l’entrata in vigore dell’Italicum (un sistema di voto valevole per una sola Camera politica) al compimento della riforma del bicameralismo perfetto. Infine prevediamo la possibilità di apparentamento al secondo turno di ballottaggio, con il duplice obiettivo di evitare una deriva neocentrista del sistema politico italiano, che è bene conservi un assetto bipolare e competitivo, e di offrire una maggiore flessibilità al sistema, un fattore che può costituire una risorsa preziosa soprattutto in una fase storica come questa, caratterizzata da una crescita dell’astensionismo, da una grande volatilità dei consensi e dalla crisi del voto ideologico. Un quarto subemendamento prevede la formazione di listini circoscrizionali, con cui sarebbero nominati il 25% dei deputati, mentre il restante 75% verrebbe eletto con preferenza nei Collegi plurinominali di limitate dimensioni per contenere i costi delle campagne elettorali. Si tratta di una proposta costruttiva e di mediazione che, non a caso, ha raccolto 34 firme tra i senatori del Partito Democratico (un terzo del gruppo) e un consenso trasversale alle diverse aree del partito, della minoranza come della maggioranza’.
‘Tutti i nostri emendamenti – continuano Gotor e Pegorer – si propongono di realizzare una democrazia più moderna che sappia legare strettamente la rappresentanza e la governabilità, il diritto dei cittadini, dopo 10 anni di «Porcellum», di tornare a scegliere i propri parlamentari e la stabilità dell’esecutivo. Da parte nostra, dunque, non c’è alcun tentativo di ostacolare quel necessario processo di modernizzazione e di riforme delle nostre istituzioni che deve essere fatto per bene e in modo rapido, senza concedere un inspiegabile diritto di veto a Verdini e a Berlusconi (su punti essenziali che riguardano la qualità e il buon funzionamento della democrazia italiana) che gli attuali rapporti di forza, scaturiti dal voto del 2013, non giustificano politicamente. D’altra parte, la proposta di reintrodurre il Mattarellum avanzata da alcuni senatori del Pd può certamente costituire una minaccia per Forza Italia, con il deprecabile effetto boomerang di rallentare la discussione parlamentare sull’Italicum, ma è vista con favore dall’intero Pd poiché quel sistema elettorale è certamente preferibile allo stesso Italicum 2.0 e più coerente con quanto il nostro partito ha sostenuto nel corso di questi anni in tutti i suoi documenti e nelle stesse campagne per le primarie dei segretari e dei parlamentari’.