‘Le dichiarazioni della senatrice De Monte sulla legge elettorale è sorprendente perché oggi è intervenuta nel corso della discussione non esprimendo le perplessità che ora annuncia’. Lo dichiara il senatore del Pd Miguel Gotor.

‘Nel corso dei lavori – spiega – tutti i senatori del Pd, a partire dalla relatrice Lo Moro, si sono espressi a favore del doppio turno che da sempre costituisce la proposta del partito. Certo, se si vuole per davvero cambiare il Porcellum è necessario trovare un’intesa con le altre forze politiche. Altrimenti si fa propaganda o, peggio, si dice di volerlo modificare, ma in realtà si è impegnati a mantenerlo in vigore nascondendo la mano. I modi che abbiamo visto praticati in questi anni sono due: o si rilancia di continuo la posta alla ricerca di una legge perfetta che garantisca in automatico la governabilità oppure si fa melina agitando lo spettro delle “larghe intese per sempre”.

‘In realtà è del tutto evidente che le larghe intese resteranno in vigore fin quando ci sarà il Porcellum – aggiunge – e che non esiste una legge elettorale in grado di garantire di per sé la governabilità, in quanto essa è sempre frutto di una precisa volontà politica che nessuna legge può coartare. E’ importante che prima del 3 dicembre, ossia il giorno in cui si pronuncerà la Corte costituzionale, si definisca una legge elettorale nuova per evitare che la politica sia umiliata da un pronunciamento della Corte’.

‘Ed è altresì decisivo – conclude Gotor – rispondere ai ripetuti moniti del presidente della Repubblica Napolitano che auspicano un cambiamento della legge elettorale per impedire che l’attuale sistema – ormai tripolare – resti prigioniero del Porcellum. Oggi in Commissione affari istituzionali si è presentata «un’ipotesi di lavoro» in senso maggioritario discussa tra il capogruppo del Pd e quello del Pdl che prevede un premio di maggioranza alla Camera che assegna «340 seggi alla lista o coalizione di liste circoscrizionali con il medesimo contrassegno che ottiene almeno il 40 per cento dei voti a livello nazionale». Fra le divergenze che permangono con il Pdl, fermo restando il carattere maggioritario di questa ipotesi di lavoro, è la scelta del doppio turno da parte del Pd in ottemperanza a quando deciso dall’ultima assemblea dei senatori del gruppo’.