Il governo va avanti; dopo la conferma della fiducia al Senato in giornata è arrivata anche quella della Camera. Si supera così una delicata fase di pericolosa inabilità politica che avrebbero pagato pesantemente tutti gli italiani. Ora occorre dare segnali concreti ed affrontare di petto le delicate questioni alle quali il paese si aspetta di ricevere risposte concrete: tra le tante una nuova legge elettorale che renda agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e, urgentissima, l’approvazione di una legge di stabilità che salvaguardi i conti dello stato e che, nel contempo, sia la più equa possibile. Poi, superata l’emergenza, sarà possibile superare la fase delle così dette grandi intese per tornare alla “normale” dialettica politica.

In questi due giorni di travaglio politico mi è più volte tornata alla mente la colonna sonora del film di Moretti “Habemus Papam”: una bellissima canzone di Mercedes Sosa – popolare cantante sud americana ormai scomparsa – che canta una magnifica poesia del cileno Julio Numhauser: Tutto cambia. Una poesia che invito a trovare in rete e leggere con attenzione perché, lontana da ogni pedante ragionamento politico,in pochi versi ci può aiutare a comprendere, oltre le vicende del governo, il senso di quello che sta accendo nel nostro paese e forse in tutto il mondo. Non solo ci aiuta a comprendere ma ci propone anche un approccio agli eventi che purtroppo la politica fa ancora fatica a promuovere.

Il PDL si spezza dopo giorni di durissima polemica animata dei settori più estremisti del centro destra capitanati dallo stesso Berlusconi , dopo le esternazioni dei duri di turno, dopo il bluff sulla presunta vicenda IVA per mascherare il tentativo di salvare in extremis il cavaliere dalle conseguenze di una condanna definitiva scaricando tutti i costi di quella sciagurata manovra sul paese. il Leader carismatico viene ridimensionato e costretto ad invertire la marcia e, nel tentativo spregiudicato di limitare i danni, a riconfermare la fiducia al governo. Si è trattato solo di una manovra di palazzo? Io ritengo di no. Gli esiti di quanto accaduto sono ancora tutti da verificare; ma io credo che per la prima volta nel palazzo – ma soprattutto nel paese reale – settori importanti della società che pure fanno riferimento alla destra italiana hanno dato concreti segnali di insofferenza a seguire il capo in un ennesima, pericolosissima avventura tutta personale, connotata da evidenti elementi eversivi. E’ dunque un passo vanti verso un orizzonte di normalità europea: ripeto vedremo gli esiti ma credo che il processo sia ormai avviato.
Tutto cambia.

Cambia un’ istituzione secolare come la Chiesa, cambia la politica, la stratificazione sociale, mutano i processi economici e le relazioni industriali. C’è chi dipinge questi anni, ed in particolare questi mesi, come un momento di particolare confusione politica; ma non è così. La situazione viene letta così solo da chi si rifiuta o non è in grado di fare i conti con i tumultuosi cambiamenti in atto.
In questo quadro sta per essere celebrato il congresso del PD. Quanto successo non potrà non essere all’attenzione della discussione congressuale non tanto o solo perché una ventina di parlamentari del centro destra si sono rifiutati di obbedire al signore-padrone; ma quanto perché anche questo è un segnale di qualcosa di più profondo che investe trasversalmente la società italiana.

 Cambiamenti che vanno letti e con i quali occorre sapersi confrontare per condurre l’Italia verso una normalità europea, per non superare la crisi facendone pagare i costi solo ai ceti più deboli, ai giovani ed agli anziani senza cancellare distorsioni economiche, strutturali e storiche non più sopportabili, per non disperdere il patrimonio di civiltà conquistato negli anni passati, per costruire il futuro di un paese in grado di competere sullo scenario economico, civile, artistico e culturale del pianeta