‘La Commissione intimidazioni contro gli amministratori locali ha presentato un disegno di legge per modificare l’articolo 338 del Codice penale, che riguarda la violenza o la minaccia ad un corpo politico, per prevedere lo specifico delle intimidazioni agli amministratori pubblici locali. Questo per fare in modo che atti come l’incendio dell’auto o le molestie ad un sindaco o ad un assessore siano perseguibili in quanto plurioffensivi, perché non offendono soltanto il singolo che li subisce ma, anche e soprattutto, la comunità che l’amministratore rappresenta, consentendo di indagare meglio, di utilizzare le intercettazioni e quindi anche di fare prevenzione’. Lo ha detto la senatrice del Pd Doris Lo Moro, presidente della Commissione Intimidazioni, parlando in aula della relazione conclusiva della Commissione, di cui è prima firmataria.
‘Abbiamo inoltre predisposto – ha proseguito Doris Lo Moro – una modica dell’articolo 90 del testo unico delle leggi elettorali per introdurre la fattispecie di intimidazione ai danni dei candidati e previsto l’aggravante speciale dei danni a un amministratore locale, incidendo in maniera sensibile sulla pena.
‘Il fenomeno delle intimidazioni contro gli amministratori locali – ha spiegato ancora Doris Lo Moro – è stato per troppo tempo sottovalutato. In 11 mesi di lavoro e 60 ore di audizioni e sopralluoghi la Commissione ha appurato che negli ultimi 40 anni sono stati uccisi 132 amministratori locali in carica o candidati alle elezioni amministrative e 11 loro familiari stretti. Gli atti intimidatori rilevati sono stati 870 nel 2013 e 395 nel primo quadrimestre del 2014, per un totale di 1.265. Le regioni più colpite sono, in ordine decrescente, Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna. La ripartizione geografica più colpita è quella Sud con il 35,2% dei casi. Sud ed Isole rappresentano il 63% di tutti i casi nazionali. Al contrario, le regioni dove il fenomeno appare praticamente inesistente sono: la Valle d’Aosta (con nessun episodio), Molise, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia. Ciò che si deve rilevare è che il trend è in crescita e che il fenomeno, che colpisce soprattutto i piccoli comuni, non è completamente sovrapponibile con la criminalità organizzata. La rete e la presenza dello Stato, il fatto di non lasciare sindaci e amministratori da soli in prima linea di fronte al disagio dei cittadini, è importante nella prevenzione ed è questo il senso della proposta di legge con cui si è concluso il nostro lavoro’.