Dubbi di costituzionalità sul premio di maggioranza
Un patto, quello sottoscritto da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale, che rischia di essere viziato costituzionalmente, «a partire dalla soglia per il premio di maggioranza», dice Doris Lo Moro, ex magistrato, oggi senatrice del Pd. Capogruppo in commissione Affari costituzionali, Lo Moro è stata relatrice della riforma elettorale che Renzi, all`indomani della vittoria alla segreteria pd, pretese e ottenne fosse trasferita alla, camera. Oggi Lo Moro -cuperliana- ad approvare un testo blindato non ci sta, nonostante i diktat del segretario.
Domanda. Lei si riconosce nella sinistra del Pd, conte vive le dimissioni di Cuperlo?
Risposta.
Sono profondamente dispisciuta, le dimissioni sono state un gesto personale. Gianni Cuperlo era presidente in nome della minoranza e doveva esercitare il ruolo che aveva accettato.
D. Renzi lo ha accusato di non aver fatto le primarie quando invece chiede le preferenze.
R.
Qualcuno avrebbe potuto osservare che Cuperlo è stato esonerato dal partito, insieme ad altri, e non perché non avesse un suo consenso. Come dimostra del resto il risultato che ha raggiunto nelle primarie per la segreteria.
D. Che conseguenze ci saranno da questa frattura minoranza-Renzi?
R.
E presto per dirlo, dipenderà molto dall`atteggiamento che assumerà Renzi, spero che prenda atto che il partito democratico non è una ditta individuale.
D. Sulla legge elettorale Renzi è stato chiaro: il pacchetto concordato con il Cavaliere o si tiene tutto oppure l`accordo salta. Non sono ammesse modifiche.
R.
Trovo difficile da accettare che i parlamentari siano passacarte di accordi sottoscritti altrove. Questo non è rispettoso delle istituzioni e delle persone. D. Gli accordi politici più importanti normalmente si fitnnoluori dal parlamento… o R. I,n tutte le fasi c`è un lavoro politico, ma non va bene che poi il parlamento sia un mero esecutore. Non funziona così in democrazia. 
D. Cosa non le piace della riforma proposta da Renzi?
R.
Sul premio di maggioranza e il listino bloccato rischia di essere incostituzionale. La soglia del 35% per avere il premio di maggioranza è troppo bassa, a mio avviso non ha i requisiti di ragionevolezza richiesti dalla Consulta. E poi la previsione di liste bloccate più corte non risponde al bisogno che il cittadino sia partecipe della scelta dei parlamentari. Questi punti vanno approfonditi e risolti.
D. Renzi ha confessato che avrebbe preferito avere lui le preferenze. Ma che così non avrebbe portato a casa nessuna riforma. Meglio fare che non fare nulla.
R.
Condivido la necessità di mettere un punto fermo sulla riforma elettorale. Oggi tra l`altro c`è un quadro politico, profondamente modificato rispetto all`inizio della legislatura, che lo consente. Un conto però è velocità nel decidere, altro è la fretta nell`approvare le leggi.
D. Il senato potrebbe dare un risultato diverso rispetto alla camera sulla riforma?
R.
Aspettiamo innanzitutto di vedere cosa succede a Montecitorio, il testo che entra e quello che sarà poi approvato. Il risultato della camera ci condiziona certamente, ma speriamo che a Palazzo Madama ci siano i margini di discussione che alla camera oggettivamente mancano, visti i tempi stretti che hanno. Poi molto dipenderà dalle decisioni che assumerà il gruppo e che assumeranno i singoli.