‘Leggo che, secondo Giachetti, deputato del mio stesso partito, le preferenze nella legge elettorale le avrebbe volute la minoranza del Pd. Capisco che in un clima confuso in cui chiunque può dire quello che vuole, soprattutto se unto dal Signore, si può affermare tutto e il contrario di tutto. Ma le bugie, piccole e grandi, hanno le gambe corte e chiunque, rileggendo la cronaca dei giorni in cui il governo, o meglio Renzi, rendeva noto l’accordo dei 100 collegi plurinominali con i capilista bloccati, raggiunto in sede politica e poi trasferito nelle aule parlamentari, può rendersi facilmente conto di come sono andate le cose’. Lo dice la senatrice del Pd Doris Lo Moro.
‘La minoranza Pd – prosegue Doris Lo Moro – ha condotto e conduce la sua battaglia per cancellare il sistema dei nominati. Se poi nella proposta del governo sono previste le preferenze, è chiaro che, volendo eliminare il capolista bloccato, le stesse preferenze non possono che coinvolgere l’intera lista. Aggiungo che, personalmente, pur rimanendo convinta che la scelta migliore sarebbe stata quella dei collegi uninominali, non capisco perché si demonizzano tanto le preferenze che vanno bene per i Comuni, le Regioni e il Parlamento europeo e diventano invece pericolose per il Parlamento. La verità è che, soprattutto con la scelta del voto di fiducia sulla legge elettorale – conclude Lo Moro – si tenta di zittire una classe dirigente che rappresenta la storia autentica del Pd dando voce a personaggi in cerca d’autore pronti a difendere in ogni caso le scelte dell’attuale Premier, unico soggetto che decide’.