“Ci risiamo. La Germania esercita un’attrazione fatale sui furbetti del quartierino della politica italiana. I quali nulla imparano dal modello tedesco qual è nella realtà, ma lo citano – riducendolo a mero aggettivo – per nobilitare pasticci in salsa tricolore. Fu così con la riforma costituzionale. Ricordate? Si diceva, mentendo, che il nuovo Senato equivalesse al Bundesrat. E ora si qualifica come aderente al modello tedesco una legge elettorale che di quella formula non ha nulla se non la soglia del 5% per avere accesso al Parlamento”, così Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato, commenta sul suo blog le trattative in corso alla Camera sulla legge elettorale.
Secondo il senatore del Pd: “Il fatto che su una simile, bislacca soluzione possano convergere Renzi, Grillo, Berlusconi e Salvini non rende vero quel che vero non è. Il Pd aveva scelto un Mattarellum rivisitato. Non era il massimo, ma poteva andare perché avrebbe garantito una migliore rappresentatività senza troppo intaccare la governabilità. Renzi ha cambiato idea, senza ascoltare mai i gruppi parlamentari che, forse, una qualche esperienza l’avranno pur maturata. E l’ha cambiata per avere le elezioni anticipate prima che il governo Gentiloni possa proporre al Parlamento la legge di bilancio 2018”.
Infine, per l’ex vicedirettore del Corriere: “Lo scioglimento delle Camere è responsabilità del Presidente della Repubblica. Non è una decisione che possa essere presa in camera caritatis da Renzi e Gentiloni, come sostiene il capogruppo Pd alla Camera. Il Quirinale non può non tenere conto dell’orientamento dei principali partiti. Ma al tempo stesso potrebbe anche considerare i rischi finanziari ai quali esporrebbe il Paese anticipando la fine della legislatura senza adeguate misure sul bilancio dello Stato per il 2018”.


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