‘Non sarebbe un dramma se avessimo la Camera con un sistema elettorale riformato, come l’Italicum, e il Senato con il sistema che esce dalla sentenza della Corte costituzionale’, il cosiddetto Consultellum, ‘con alcuni aggiustamenti tecnici’. Lo ha detto il sottosegretario alle riforme, Luciano Pizzetti, al termine delle audizioni sulla riforma elettorale in commissione affari costituzionali del Senato.
Interpellato sui tempi di approvazione della riforma, Pizzetti ha detto che l”idea del governo è di mantenere il ritmo che si era dato, anche se ci sono complicazioni del calendario dell’aula del Senato. Vediamo anche se ci sono ripensamenti da parte dei contraenti del patto’.
‘In ogni caso – ha proseguito il sottosegretario alle riforme – una legge elettorale serve, perché il Consultellum non mette in sicurezza il sistema e non si puo’ scrivere a tavolino quando si voterà. Noi puntiamo al 2018 ma poi puo’ succedere qualcosa’.
I cronisti hanno domandato se è auspicabile, come hanno chiesto alcuni costituzionalisti, una norma transitoria anche per il Senato, nel caso in cui si vada alle urne prima dell’approvazione della riforma costituzionale del
bicameralismo. ‘La norma transitoria c’è – ha replicato Pizzetti – ed è il Consultellum. Applicare l’Italicum, seppur in via
transitoria, anche al Senato è un voler mettere le briglia a Renzi, perché permette di accusarlo di voler andare al voto
anticipato’. Insomma ‘nessun dramma’ a lasciare il Consultellum per il Senato anche se ‘non è il libro dei sogni’ conclude il sottosegretario.

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