A Palazzo Madama i consiglieri regionali più votati
Sul fronte renziano Giorgio Tonini, vicecapogruppo Pd del Senato, fa l`ultima offerta alla minoranza dem che annuncia il «Vietnam» a Palazzo Madama: «Apriremo a modifiche. Su tutte le riforme».
Tornerà il Senato elettivo come chiede la minoranza dem?
«Ci sono ragioni tecniche e politiche che non permettono…».
Guardi che a Palazzo Madama i numeri ballano.
«Il governo potrebbe cambiare le modalità con cui i consigli regionali eleggono i senatori».
Andando oltre il politichese…
«Alle elezioni regionali si potrebbero segnalare i candidati consiglieri che diventerebbero anche senatori, magari con un listino a parte. O scegliere i futuri senatori tra i consiglieri regionali più votati».
E se la minoranza dem non accogliesse l`ultima offerta?
 «Non resta che aprire l`altro fronte: ritornare a dialogare con le opposizioni, in particolare Forza Italia».
Non ci dica che resuscitate il del Nazareno.
«Beh, non esageriamo…».
Allora come pensate di ridialogare con Forza Italia?
 «Tra i senatori forzisti, che avevano votato l`Italicum, c`è imbarazzo per la linea estremista di Brunetta. Quindi confido che si riprenderà un confronto».
Ottimista. Alla Camera la linea Brunetta è stata l`Aventino.
«Già, ma è stata sconfitta».
A parte rari casi, i deputati azzurri però l`hanno seguito.
«Brunetta ha fatto uscire i suoi dall`Aula perché non si fidava. Ed è paradossale, visto che era stato lui a chiedere il voto segreto». 
Insomma imbarcate i verdiniani nel «Partito della Nazione».
«Non è questo il punto».
Quanti sarebbero a darvi il soccorso azzurro?
«Non parlo di trovare qualcuno, ma del gruppo di Forza Italia. Dopo le Regionali troveremo un accordo».
Vi siete tenuti una porta aperta.
«Esattamente. Infatti noi della maggioranza non abbiamo voluto cambiare il testo delle riforme a immagine e somiglianza del Pd».
 Vendola, intanto, ha annunciato di sciogliere il gruppo per imbarcare gli anti-Renzi (vedi Civati).
«In tutti i Paesi europei c`è una sinistra a sinistra dei grandi partiti riformisti. E comunque la maggioranza della minoranza non mollerà il partito».
Lo ammetta: a Renzi farebbe gioco la scissione dei duri e pun del Pd, spostarsi al centro e creare il` Partito della Nazione.
 «La strategia è far entrare gente, non farla uscire. Il nostro modello è rendere il Pd il partito del Paese, a vocazione maggioritaria. Che non sia rappresentativo di una parte di società, ma di tutta. Che si stacchi dal tradizionale bacino sociale della sinistra storica, ma alternativo a Forza Italia».
Vi spostate al centro?
«Non vogliamo un partito che sia una poltiglia indifferenziata, ma una competizione al centro tra partiti di governo». Andiamo al sodo. Se la strategia dei due forni (minoranza Pd e Forza Balia` per arginare il dissenso non funziona, che fate? «Si va a casa».
Ma si voterebbe col Consultellum, visto che l`Italicum si attiva nel 2016.
 «Amen. Il nostro obiettivo è il 2018, non vogliamo le urne anticipate. Ma il governo deve fare le cose e se galleggia non ci sono altre alternative».

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