A Italia servono semipresidenzialismo, doppio turno di collegio e Senato federale, modifica del 138 non sia diversivo per rinviare confronto di merito
‘Le larghe intese, o servono ad affrontare con le necessarie riforme le due grandi emergenze del Paese, quella economica e sociale e quella politica e istituzionale, o non servono e allora questo governo e questa maggioranza andranno in crisi nello sconcerto dei cittadini’. Lo ha detto il senatore del Pd, Giorgio Tonini, intervenendo in aula nella discussione sulle mozioni di indirizzo sulle riforme costituzionali. ‘Le due emergenze – ha detto ancora Tonini – sono strettamente intrecciate ed entrambe hanno radici profonde nella storia del Paese, in quella seconda parte della Costituzione che, come ricordava Dossetti, nacque dalla paura reciproca tra gli avversari del dopoguerra. Una paura che pareva potersi dissolvere dopo il rollo del Muro di Berlino e che si è invece riproposta nella contrapposizione di questi anni tra berlusconismo e antiberlusconismo’. ‘Il compito storico di questa coalizione – ha proseguito Tonini – è vincere la paura, dando vita ad un sistema politico-istituzionale nuovo. Dobbiamo impegnarci insieme in una riforma che affronti il tema ineludibile della decisione politica nell’unico modo che sembra oggi adatto alla realtà italiana, perché è l’unico in grado di mettere la governabilità al riparo dalla crisi dei partiti, il modello francese del semipresidenzialismo abbinato ad una sola camera politica eletta con il doppio turno di collegio. E che affianchi ad esso una nuova generazione di garanzie: da una legge sul conflitto di interessi ad un Senato federale, camera di rappresentanza del pluralismo istituzionale, delle autonomie regionali e locali e delle comunità italiane all’Estero’. ‘Oggi voteremo la risoluzione della maggioranza – ha concluso il senatore democratico – che si limita a stabilire un percorso di procedura, modificando in modo circoscritto l’articolo 138 della Costituzione. Ma dobbiamo impegnarci ad affrontare insieme, da subito, i nodi politici, le proposte di merito. Dobbiamo impegnarci insieme a smentire la graffiante constatazione di Bettino Craxi, secondo la quale quando non si vuole affrontare un problema si crea una commissione parlamentare. Questa volta le cose devono andare diversamente’.

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