Presentato disegno di legge, primo firmatario il vicepresidente del Gruppo Pd a Palazzo Madama
‘Un contributo alla costruzione di una proposta per il superamento dell’attuale bicameralismo’.
Motiva così Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori del Pd, la decisione di presentare un disegno di legge di riforma del Senato, insieme ad un gruppo di colleghi democratici, a cominciare da Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, del gruppo per le autonomie, il costituzionalista Francesco Palermo – uno dei più autorevoli studiosi del bicameralismo – Pietro Ichino di Scelta civica e il vicepresidente del gruppo dei popolari per l’Italia Aldo Di Biagio.
‘La nostra proposta – spiega Tonini – è pienamente coerente con i tre principi sui quali Matteo Renzi ha chiesto e ottenuto la fiducia del Parlamento: limitare alla sola Camera il potere di fiduciarie e sfiduciare il Governo; superare l’elezione diretta dei senatori, in favore di una indiretta, eliminando in tal modo anche l’indennità parlamentare; fare del Senato una camera di raccordo con il sistema delle autonomie’. Tra le diverse opzioni possibili all’interno di questi criteri, chiarisce Tonini, ‘il nostro disegno di legge – l’atto Senato n. 1310 – propone di ispirarsi al modello di seconda camera più forte e autorevole d’Europa, che è quello del Bundesrat tedesco; il modello, peraltro, che meglio si attaglia all’impianto del Titolo V della nostra Costituzione che, come la Legge fondamentale germanica, prevede significative competenze legislative in capo alle Regioni’.
Il ddl Tonini prevede un Senato composto, come quello tedesco, dai presidenti delle Regioni e da un numero di membri delle giunte regionali variabile in ragione della loro consistenza demografica: nessuno per Valle d’Aosta e Molise, rappresentati solo dai rispettivi presidenti, fino a sette nel caso della Lombardia. Per l’elezione del Presidente della Repubblica, accanto a deputati e ‘nuovi senatori’ regionali, il disegno di legge prevede un’ampia rappresentanza dei sindaci.

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