‘L’unità del Pd è una condizione prioritaria. Il Senato elettivo non era tra i criteri previsti. Il testo base deve essere quello del governo’
Avanti tutta sulla riforma del Senato. La minaccia di Silvio Berlusconi di far saltare tutto, Italicum compreso, fatta a Porta a Porta? Solo deliri elettorali. «È chiaro che c`è un asse con Grillo contro le riforme» commenta il senatore dei democrat, Francesco Verducci «noi a maggior ragione dobbiamo fare invece di tutto per farle andare in porto». L`occasione è «epocale» per l`esponente dei giovani turchi «dovremo farcela entro il 25 maggio, sapendo che è una riforma che varrà per le prossime generazioni». Quanto a Forza Italia «penso che ci sia di mezzo il disorientamento e la loro divisione interna, questo è un partito allo sbando le parole di Berlusconi sono state un tentativo di arginare il governo su un tema così importante anche per i cittadini» aggiunge Verducci «le riforme istituzionali servono a riformare la politica e per loro non sono secondarie rispetto a quelle economiche, anche in chiave europea».
Una bella responsabilità per il Pd.
«Certamente. Quando è nato il governo Renzi io ho votato la fiducia proprio perché aveva detto chiaramente che questa sarebbe diventata una legislatura costituente. Quindi guai se fallissimo questo obiettivo. Bisogna stare attenti anche nel Pd a non dire: basta andiamo a votare come risposta a Grillo e Berlusconi. Su questo punto non sono d`accordo con l`onorevole Giachetti, perché se andassimo a votare senza aver dimostrato che le cose si possono cambiare, tutto ciò ci si ritorcerebbe contro».
Berlusconi però sulla riforma del Senato gioca sulle divisioni dentro al Pd.
«Sono convinto che nella prossima riunione del gruppo, fissata per martedì, queste divisioni non ci saranno più. È chiaro che lui ha tutto l`interesse a strumentalizzare il dibattito che c`è nel Pd, questo è evidente. Per questo penso che ci dovrebbe essere più consapevolezza nel Pd e nel nostro gruppo su quanto sia importante questa riforma del bicameralismo. È vero che fra di noi c`è un confronto, però sono convinto che martedì ci sarà un`indicazione unitaria, ne sono convinto, dopodiché saremo già nelle condizioni di prefigurare quello che succederà all`indomani: l`adozione del testo base su cui lavorerà prima la commissione e poi l`aula. È importante che questo testo sia assolutamente quello presentato dal governo, però penso che sarebbe un segnale di forza dello stesso governo recepire alcune indicazioni emerse dal dibattito, fra cui quelle delle regioni e dei comuni».
Lei dice che il Pd sarà compatto. Ma il suo collega Chiti insiste con la sua proposta di un Senato elettivo.
«Noi come partito abbiamo preso l`impegno di rispondere ad alcuni criteri. Questi li dobbiamo ribadire anche nella riunione di martedì e fra questi non c`è il Senato elettivo. È previsto un nuovo organo costituzionale che non dà la fiducia al governo, che non vota il bilancio e che non è eletto direttamente dagli italiani. Poi penso che bisogna rafforzare il concetto della elezione contestuale, ne ho parlato in direzione e farò anche un emendamento, che non è diretta. Quando un cittadino la prossima volta voterà il sindaco del capoluogo di regione e del presidente lo sceglierà sapendo anche che andranno a far parte del nuovo Senato, questo valga anche per i consiglieri regionali e per quelli comunali e sul ruolo di quest`ultimi, penso abbia ragione Violante».
Anche la minoranza del suo partito non sembra molto convinta.
«Penso che ci sono le condizioni per l`unità del gruppo del Pd, e l`unità del Pd è la condizione per fare le riforme. Guai mancare questo obiettivo, dipende da noi».
La ministra Boschi non è stata molto tenera nei confronti di Chiti.
«Le tensioni ci sono state. Però noi adesso dobbiamo chiudere su un testo, naturalmente se qualcuno non ci si ritrova poi dovrà stare su quello che verrà deciso martedì».
Secondo Gotor, Chiti è stato attaccato dal governo per coprire la fragilità del patto con Berlusconi. È d`accordo?
«Io credo che sarebbe stato meglio se noi fossimo partiti da un testo di iniziativa parlamentare. Detto questo, penso che Chiti, a cui va tutto il mio rispetto, avrebbe fatto meglio ad accantonare il suo disegno di legge, una volta presentato quello del governo. Quindi in questa vicenda ci sono stati una serie di errori, sapendo che stiamo parlando di una vicenda enorme, perché qui è in gioco la riforma della Costituzione. Se c`è un dibattito non bisogna drammatizzarlo né da una parte e né dall`altra».
Ma secondo lei era opportuno il patto fra Renzi e Berlusconi sulle riforme?
 «Penso che il nostro segretario abbia fatto bene a dare un segnale forte di non aver paura ad accentrare il tema delle riforme istituzionali, per fare questo si deve parlare con tutti quanti. Noi parliamo solamente dell`incontro al Nazareno del 18 di gennaio, ma ci dobbiamo ricordare che c`è stato un incontro in streaming con Grillo e sappiamo come è finito. È tutto ciò che ha dato forza alla nostra iniziativa».

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