Da mesi, in parallelo al dibattito sulla riforma costituzionale, l`Italicum è oggetto di critiche, in gran parte strumentali. Dimostrando forza e unità, il Pd ha incaricato una Commissione ad hoc di trovare una convergenza tra le forze politiche per
il miglioramento dell`Italicum. Ma guai ripartire da zero. Va preservato ciò che di più importante c`è nella legge attuale: ridare centralità al partito, attraverso il premio alla lista e non alla coalizione. E una fondamentale inversione rispetto al
“manna” della seconda Repubblica, imperniata su un “bipolarismo coatto” che ha inflazionato il sistema di partitini personalistici, spregiudicati nell`utilizzare la propria (decisiva) utilità marginale.
Coalizioni spurie e rissose, incapaci di terminare tra il `94 e il 2013 una legislatura senza crisi di governo. Le soluzioni iper-maggioritarie e proto-presidenzialiste non solo non hanno ricucito il rapporto tra società e istituzioni, ma lo hanno lacerato ulteriormente. Reinventare una innovativa democrazia dei partiti che riattivi partecipazione, impegno, legami solidali significa riconquistare il terreno perduto dalla sinistra in questi anni.
In questo senso, l`Italikos porta con sé un punto avanzato di cultura politica e ha i tratti di una legge di sistema. Tra il `96 e il `98, ai tempi della Bicamerale D`Alema, l`Ulivo spinse per Premierato o semiPresidenzialismo mentre era vigente
una legge fortemente maggioritaria; oggi – se passassero referendum costituzionale e Italikos – avremmo un governo parlamentare rafforzato ed una repubblica reincardinata su grandi partiti popolari. Una rivoluzione: la sinistra che chiude la
transizione da sinistra, dopo che per 25 anni ha provato a farlo imitando modelli altrui.
L`Italikos, come l`Italicum, spinge la costruzione di grandi partiti popolari a vocazione maggioritaria, ma cadono il rischio di autosufficienza e di sovrarappresentazione, mentre vengono riaffermati la necessità del confronto tra forze affini e il principio costituzionale che le maggioranze di governo si formano in Parlamento.
Nelle forme di governo parlamentare l`esecutivo non è eletto direttamente dai cittadini come nelle forme di governo presidenziale, ed il sistema elettorale può avere la funzione virtuosa di favorire la governabilità. La fiducia al governo la danno e la tolgono i parlamentari. L`esperienza inglese recente lo dimostra. Per questo è necessario, come si evince dalla sentenza della Consulta sul Porcellum, che il sistema elettorale tuteli la rappresentatività della Camera nei confronti dei cittadini e al contempo agevoli la governabilità con un premio che individui un vincitore certo attorno al quale moti la
formazione e la stabilità politica del Governo. Questo è l`obiettivo dell`Italikos.
Facciamo una simulazione: se il primo partito raggiunge il 30% dei voti, con il premio di 90 seggi netti (equivalente al 14%) arriva al 44/46% (tenendo conto della disproporzionalità indotta dallo sbarramento). Questo evita il rischio di grandi coalizioni forzose e rende sufficiente l`alleanza con una o più forze minori, salvaguardando il primato del primo partito e la sua attitudine ad esprimere il Premier. Con l`Italikos, la governabilità del sistema e la stabilità dell`esecutivo divengono un fatto politico e non aritmetico. Viene messa alla prova la capacità di governo del vincitore, il farsi carico di istanze
rappresentate da forze più piccole, ma non meno significative.
Infine, in merito alle critiche su un presunto contrasto tra Italikos e quanto affermato dalla Consulta nel 2014 sull`entità del premio di governabilità, va ricordato che la Corte non censurava l`entità del premio del Porcellum, ma il fatto che quel sistema attribuiva la maggioranza alla Camera senza «il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista (o coalizione di liste)» più votata. Nell`Italikos invece il premio assicura la maggioranza assoluta solo quando la lista vincitrice si avvicina al 40%. Negli altri casi è solo un correttivo – certo e ragionevole – al riparto proporzionale, basato sull`esigenza di agevolare governabilità e stabilità in una situazione di pericolosa frammentazione politica quale è oggi quella italiana.


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