Anche Alfano era favorevole a non intervenire
Il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, questa volta deve ricorrere a tutte le sue risorse di pazienza. Un inciampo sulla giustizia, che per una giornata fa fiammeggiare i fronti, non ci voleva. « Informalmente mi è stato spiegato che si è trattato di un equivoco… Ma diciamo che anche se l`intenzione non era quella, sarebbe bene cercare di evitarli, certi equivoci».
Zanda, qui il Pdl sembra volere mettere mano agli assetti della giustizia.
«E noi diciamo subito che la giustizia è espressamente fuori dal perimetro delle riforme costituzionali. Il Titolo IV era stato espressamente tralasciato nel ddl licenziato dal governò. E non per caso. Questa è stata una decisione politica, presa da un consiglio dei ministri dove siede, tra gli altri, il vicepremier che è il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Più condivisa di così…».
Invece il senatore Donato Bruno rimette tutto nel calderone. Non ha torto, però, nel dire che se si arrivasse al semipresidenzialismo occorrerebbe ripensare tante cose, compreso Csm e corte costituzionale. O no?
«Guardi, sarà perché io sono un difensore convinto della democrazia parlamentare, ma questo tema mi pare davvero lontano. Comunque richiamo a questione di metodo: le riforme costituzionali vanno approvate a maggioranza larghissima, lo dice la Costituzione e il buon senso politico. Sarebbe stato quantomeno opportuno che emendamenti di questa portata fossero stati preceduti da una riflessione comune».
Non sarà che qualcuno non ha ancora interiorizzato di far parte di una maggioranza di larga intesa? «Dimenticarsi di far parte della maggioranza di governo può essere comprensibile su elementi marginali. Sulla riforma della Costituzione, no».
Il tema della giustizia è minato, non foss`altro per í noti problemi del Cavaliere. Ma deve restare così com`è?
 «No, assolutamente. Ci sono urgenze assolute su cui intervenire. Se parliamo dell`arretrato civile che è gigantesco, oppure i tempi dei procedimenti penali e civili, l`affollamento delle carceri, o ancora di quali riflessi ha sull`economia la lentezza della giustizia italiana, siamo tutti d`accordo che, su questi temi, occorrono riforme. Stiamo vivendo una fase di crisi economica e sociale gravissima, in cui le questioni si intrecciano una con l`altra. Ma questa considerazione non può arrivare sino ai principi costituzionali in materia di giustizia».
A proposito di vincoli di maggioranza, verrà chiesto una solidarietà di maggioranza anche quanto al tema della eleggibilità di Silvio Berlusconi?
Si schiarisce la voce. «Penso che i senatori in Giunta si dovranno comportare secondo coscienza. I membri della Giunta per le elezioni svolgono una funzione paragiurisdizionale. Non solo non devono esistere vincoli di maggioranza, ma nemmeno preconcetti politici nel loro lavoro. Il mio partito, in passato, ha sempre criticato l`uso politico della Giunta. Sono questioni che vanno esaminate basandosi sulla legge e la legittimità».

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