La senatrice del Pd Manuela Granaiola nel giorno del voto al Jobs Act, ha risposto in una lettera all’invito rivoltole da SEL di non votare la legge. Di seguito alcuni passi significativi del testo: ‘Cari amici di SEL Una legge funziona, sviluppa tutte le sue potenzialità positive se è in sintonia, con l’andamento reale del mondo con il quale intende interagire. La disciplina giuridica del lavoro, così come l’abbiamo conosciuta, è oggi un corpo normativo che negli ultimi anni ha contribuito a generare insopportabili disuguaglianze. Ma soprattutto non ha impedito l’esclusione dal mondo del lavoro di intere generazioni di giovani. Il tutto in un quadro reso ancora più grave dagli effetti drammatici di una crisi che sembra non finire mai ed alla quale occorre saper rispondere accettando le sfide che ci impone. Questo è il nodo vero e di fondo con il quale tutti noi dobbiamo fare i conti’. ‘Si tratta – spiega la senatrice nella lettera – di una battaglia culturale, economica, sociale e di civiltà estremamente complessa che deve saper rispondere ad alcuni interrogativi di fondo: come traghettare le conquiste sociali ed economiche del mondo del lavoro nel nuovo contesto; come estenderle a chi fino ad oggi ne è stato escluso. Io credo che, nel complesso, il disegno del governo prova a rispondere a queste sfide: garanzie crescenti per gli occupati; riduzione delle tipologie di contratti con netta prevalenza del contratto a tempo indeterminato che viene sostenuto con la decontribuzione per tre anni (così che il contratto a tempo determinato diviene molto più oneroso di quello a tempo indeterminato); primi passi verso forme di tutela per tutti quei lavoratori che non hanno mai avuto alcuna forma di tutela; estensione, nel limite della situazione data, delle forme di sostegno (economiche e di servizi) per chi perde il lavoro (viene considerevolmente aumentato il finanziamento), creazione di un sistema di formazione concretamente realizzato per promuovere l’aggiornamento professionale’. E sull’art 18 aggiunge: Ritengo fortemente limitativo (oltre che fuorviante) ridurre il tutto ad una contesa sull’art. 18 anche tenendo conto che le sostanziali tutele (reintegro) per i casi di discriminazione e di grave irregolarità del licenziamento rimangono (e saranno meglio determinate nella delega). Trovo invece molto interessante avviare una seria discussione sul tema del “reddito di cittadinanza” che è, anzi, sarà un tema fondamentale per affrontare seriamente i danni conseguenti al verificarsi di gravi crisi aziendali o di settore e, più in generale, il tema delle povertà o dell’emarginazione finanziaria’. ‘Per questi motivi – conclude la senatrice Pd – ritengo di non poter accettare il vostro invito a non sostenere ciò che invece io considero un importante ed innovativo atto normativo. In fine, sono convinta che, a differenza del passato, bisogna avere il coraggio di sperimentare l’innovazione così come la responsabilità e l’umiltà di tornare a modificare ciò che si è fatto (la verifica di ciò che si progetta) se gli esiti non corrispondessero agli obiettivi che ci siamo proposti’.