‘Nella giornata in cui l’Aula del Senato si confronta sugli obiettivi di crescita dell’Europa vorrei parlare di quel 38 per cento, più di un terzo del bilancio Europeo, destinato al settore dell’Agricoltura. Parlare di quella nuova Politica Agricola Comune 2014 – 2020 che, pur indicando tematiche e priorità importanti, non coglie tutte le opportunità di un settore su cui l’Europa, e il nostro paese in particolare, può investire un pezzo importante del proprio futuro’. Lo dichiara la senatrice del Pd Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura di Palazzo Madama, intervenendo in aula. ‘Per onorare gli impegni che il presidente Juncker ha chiesto al nuovo commissario all’Agricoltura, Phil Hogan, c’è da compiere un salto di qualità. Il settore dell’Agroalimentare in Italia come in tutta Europa – continua – ha bisogno di un cambiamento radicale se vuole ‘promuoversi’ e diventare importante traino economico. Serve passare da un diffuso atteggiamento di conservazione di tutele del reddito alla ‘promozione’ dei fattori misurabili di competitività e generatori di reddito. C’e’ una sfida enorme per l’internazionalizzazione del settore, non bastano decreti o risposte amministrative, si sta ridisegnando la mappa delle produzioni a livello mondiale e il baricentro di questa mappa potrebbe non essere più l’Europa. Un nuovo assetto si sta costituendo, nuovi paesi competitori emergono soprattutto nell’area orientale. Serve una politica dedicata, una strategia proporzionata a queste sfide. Serve un approccio nuovo. Non bisogna arrendersi all’idea di modello agricolo impostato sul predominio dei soggetti commerciali. I produttori – conclude Pignedoli – stanno perdendo il governo dei propri prodotti in ogni angolo del mondo. Serve una scelta politica forte di carattere nazionale, di carattere Europeo perché i produttori trovino il coraggio di conquistarsi nuovi spazi da protagonisti nel percorso dalla produzione alla vendita. Su questo si gioca il futuro del settore’.

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