Tra pochi giorni si concluderà Expo, che per sei mesi è stato il centro della più grande riflessione mondiale sul cibo e sugli scenari futuri che ci aspettano. Ora è più che mai il momento di raccogliere tutto questo patrimonio di idee, riflessione dibattiti e tradurle in azioni concrete e scelte nuove. L`Italia è nelle condizioni di sviluppare un nuovo approccio al tema del cibo, come sintesi di tutto ciò che significa il rapporto tra uomo e natura, tra cibo e ambiente, tra salute, convivialità e accesso al cibo come diritto primario. Per questo ieri in Senato è stato presentato, insieme a diversi colleghi del Pd, una proposta di legge di cui sono prima firmataria e che ha l`obiettivo di introdurre tra gli insegnamenti della scuola primaria l`educazione al ‘valore del cibo». La vera riuscita di Expo, oltre al successo indiscusso rappresentato dal numero di visitatori, starà nel passare dalla filosofiagenerale all`azione piccola ma concreta. Expo sarà stato un avvenimento storico, e non solo uno straordinario evento, se determinerà cambiamenti reali e se sarà capace di riconnettere ciò che negli ultimi 50 anni, nella fase dell`industrializzazione, abbiamo separato. Si sono allungate le filiere e si è allontanata la distanza tra chi produce e chi consuma. Si è persa la connessione tra cibo e agricoltura, tra ciò che mangiamo e la sua origine. Spesso non sappiamo mettere in relazione il modo di produrre un alimento e il suo effetto sull`ambiente e quindi sulla nostra salute. Non conosciamo abbastanza il significato di ‘diritto al cibo’. Mentre il futuro ci prefigura una `emergenza cibo` nei prossimi decenni, molti lo sprecano, buttandolo senza problemi perché non si è in grado di valutare quanto valore contiene. Spesso non si conosce quanto lavoro, quali processi complessi e quanti tempi di maturazione stanno dietro alla produzione delle uve, le temperature e i tempi di stagionatura dei formaggi, quanta acqua serve per produrre un campo di mais, quale micro clima serve per un prato stabile. Siamo dentro una grande transizione. Serve una nuova cultura per una nuova generazione. I bambini di oggi che saranno adulti ne1 2050 hanno bisogno di reimparare a vivere con la natura, a vivere con il senso del limite.
Maturare convintamente l`idea che prendersi cura della terra, delle coltivazioni, significa prendersi cura di sé. Imparare che tutto è in relazione, che dentro ogni alimento c`è una storia, un sapere irripetibile. Il disegno di legge che speriamo di incardinare presto al Senato propone di avviare un Piano Nazionale sperimentale in cuì le mense scolastiche non siano solo fornitura igienicamente corretta di cibo, come da capitolato, ma occasione di carattere formativo e conviviale: vere e proprie mense didattiche. Proponiamo di aumentare le attività integrate: educazione alimentare e motoria insieme per contrastare un`obesità crescente nei bambini, distributori automatici di frutta e latticini. Prevediamo laboratori della biodiversità in cui ogni bambino ha la possibilità di prendersi cura di una piantina da coltivare e ne segue i tempi della crescita, scopre cheterra serve, quanta acqua e quanta luce. Bisogna rendersi conto della differenza di valore tra ciò che si fabbrica in tre minuti in modo standard e ciò che richiede mesi di cura, di saperi inediti, producendo qualcosa di irripetibile, non replicabile. Il ‘valore del cibo’, dunque da cui partire per ridefinire una nuova scala di valori, di priorità, di consapevolezze.

Ne Parlano