“Voi colpite al cuore quello che è il
garante, l’arbitro della Costituzione, in un momento in cui i
cambiamenti profondi nella società, come la transizione
ecologica e digitale, polarizzano le società e c’è bisogno di
garanti, di arbitri, ma anche di persone che tengano insieme il
Paese e garantiscano la coesione sociale di un Paese”. Il
senatore del Pd Alessandro Alfieri comincia così il suo
intervento sul premierato nell’Aula di Palazzo Madama. “Lo
dimostrano gli Stati Uniti, dove lo scontro fortissimo fra Biden
e Trump ha dimostrato tutta la necessità di avere una figura in
cui si riconoscano la maggioranza degli italiani. Voi, invece,
indebolite questa figura. Quello che ci preoccupa di più, però è
la mancanza di un terreno comune, della capacità di definire
delle regole condivise, non solo sulla Costituzione, ma anche
nella gestione, nella conduzione di una riforma così importante.
Si può fare tutto: si può discutere, si può litigare, ma non ci
si può dividere sulle regole”, “abbiamo bisogno di riconoscerci
in un terreno comune”.
“L’allora riforma Renzi della Costituzione – ricorda – ebbe
ben 8 sedute di discussione e 15 sedute aggiuntive. Il
contingentamento e il canguro ci furono, ma furono applicati
solo dopo 10 sedute. Voi invece avete fatto subito ricorso a
questo strumento. E questo dà il senso di come voi interpretate
il rispetto delle regole”. “Chi mi conosce, lo sa, vengo dalla
carriera diplomatica, sono persona mite, in politica, anche nei
momenti più duri, provo prima a sorridere. Penso infatti che la
gentilezza nelle parole e nei comportamenti sia sempre il modo
migliore di interpretare la politica. Ci sono però dei momenti
in cui davanti a tentativi come il vostro di comprimere il
dibattito, di arrivare financo a regolare e inserire nel computo
del tempo a disposizione anche gli interventi sull’ordine dei
lavori – osserva Alfieri – penso sia inaccettabile, davanti a
una maggioranza sorda, davanti all’incapacità di trovare un
terreno comune” e “credo che si possa dare un messaggio, un
segnale, un simbolo nei confronti di una regola che abbiamo
sempre rispettato tutti qua dentro”. Ed è a questo punto che il
senatore Dem, spiegando di voler dare un “messaggio, che certo
non ha a che fare con la violenza verbale o fisica”, si toglie
la giacca insieme ad altri senatori delle opposizioni. “Per
dimostrare – prosegue – che voi da questo punto di vista avete
solo da imparare da chi ha sempre rispettato le regole, quelle
del gioco…”.