Senatore Alessandro Alfieri, esponente della minoranza di Energia popolare e responsabile riforme nella segreteria dem, Alessandra Todde si è rivelata il vero valore aggiunto del centrosinistra in Sardegna?
«Per vincere occorrono una valida candidatura, una coalizione credibile e un programma convincente. Todde ha fatto un`ottima campagna elettorale. Affiancata dal grande lavoro messo in campo dal Pd sardo guidato da Piero Comandini. La coalizione ha funzionato. E il Pd è il primo partito».
È una vittoria dell`asse Schlein-Conte nell`ottica del campo largo?
«Candidata e coalizione sono due elementi essenziali. Quando il Pd è il baricentro e aggrega partiti e soggetti civici alternativi alla destra, sappiamo esser vincenti. Ogni territorio, poi, fa storia a sé. Pd e 5stelle costituiscono certo il nucleo maggioritario. Ma non basta. Sarebbe sbagliato pensare che siamo autosufficienti per costruire un`alternativa nel Paese».
La Sardegna conferma che il bipolarismo è consolidato, come ammette anche Calenda?
«Dipende molto anche dalle leggi elettorali. Quando voti per sindaci e presidenti la polarizzazione tende a schiacciare tutto quel che sta in mezzo. A livello nazionale la partita è diversa. Serve un di più di generosità e responsabilità per costruire una coalizione di governo, e sta al Pd candidarsi a fare questo lavoro di tessitura. Da oggi si può fare con più convinzione. Come ha detto Schlein, questa vittoria indica che il vento può cambiare e che c`è una base per costruire un`alternativa».
Rivolgendosi a chi?
«Per me a tutti quanti sono all`opposizione del governo Meloni, nessuno escluso. Perché ci sono altre sfide complicate e difficili da affrontare fianco a fianco in Parlamento e sul territorio, costruendo fiducia reciproca. Non a caso in Abruzzo, dove la sfida è più ardua, il Pd ha ben lavorato per costruire la coalizione più ampia possibile».
E in Piemonte, dove dem e 5 Stelle sono in stallo?
«I responsabili nazionali e regionali del Pd si sono impegnati per tenere la porta aperta. Hanno fatto bene. Auspichiamo che la generosità dimostrata in Sardegna possa esser riconosciuta per inaugurare una fase nuova anche in Piemonte».
Se la Lega riproponesse il terzo mandato, il Pd potrebbe valutarlo, considerata anche la popolarità di Bonaccini nell`Emilia-Romagna al voto nel 2025?
«C`è un confronto interno per arrivare a una proposta condivisa di revisione del Testo Unico sugli enti locali. Per render sostenibile il terzo mandato occorre introdurre contrappesi. Non si può intervenire a gamba tesa in un decreto sull`Election day. Dopodiché, in Emilia-Romagna nei momenti importanti i dirigenti del Pd hanno sempre trovato le ragioni di un percorso comune, a partire da Bonaccini, che farà la sua parte a prescindere dal ruolo chiamato a ricoprire».


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