“Predo la parola per esprimere il voto favorevole del Pd alle risoluzioni delle opposizioni e contrarietà a quella della maggioranza. Il nostro è un voto politico, che esprime contrarietà alla gestione messa in campo sul Pnrr dalla Destra, nel merito e nel metodo. All’inizio il governo Meloni si è concentrato sulla gestione, ossessionato da chi dovesse gestire i progetti e avere il controllo delle risorse, ma ha perso l’attenzione sull’attuazione dei progetti. Se non fosse così non saremmo oggi qui a discutere di ciò che non ha funzionato nella terza rata o degli obiettivi della quarta rata, ma della quinta rata che riguarda il secondo semestre del 2023. Hanno dimenticato l’articolo più importante del regolamento attuativo del Pnrr, quello che prevede che tutte le riforme devono essere tempestivamente comunicate alle Camere per discuterne e dare indirizzi chiari. Sono adeguati 3 giorni a cavallo di luglio e agosto? Io sto ai fatti: il ministro Fitto ci ha detto di aver fatto decine e decine di riunioni tecniche e preparatorie. Perché non ha trovato il tempo di venire in Parlamento a parlare nel dettaglio dei progetti rimodulati? E’ questo il rispetto per il Parlamento? E non stanno meglio Regioni e comuni. Citofonare a Fedriga e De Caro”. Lo ha detto in Aula il senatore Alessandro Alfieri, responsabile nazionale Pnrr e riforme del Pd.
“I progetti che tagliano – ha continuato Alfieri – sono spesso interventi simbolici, segnali di riscatto, molti sono già aggiudicati, di tanti sono già aperti i cantieri. Lancio un appello: ci ripensino. Ragionino con gli enti locali, l’Anci e le Regioni. Ci ripensino entro il 31 agosto, entro la fine del negoziato con l’Ue e indichino le fonti alternative, concordate con la Conferenza Stato-Regioni”.


Ne Parlano