“Il governo Meloni non può più esercitare lo sport preferito dello “scarica barile”. Dopo un anno di gestione del PNRR da parte della destra, assistiamo alle conseguenze delle perdite di tempo per decidere chi dovesse gestire fondi e progetti e degli enormi ritardi sia nel raggiungere gli obiettivi prefissati, sia nel presentare le modifiche al piano.
Gli oltre 16 miliardi della quarta rata di giugno 2023 li vedremo, se va bene, nei primi mesi del prossimo anno, mentre il bando per rimediare al pasticcio sugli asili nido ancora non si è visto. Per quanto quanto riguarda i 18 miliardi legati agli obiettivi della quinta rata da conseguire entro dicembre il governo alza già bandiera bianca: 19 di quegli obiettivi non verranno raggiunti, 6 dei quali tagliati definitivamente. Parliamo di opere contro il dissesto idrogeologico o degli investimenti sulla telemedicina fortemente voluti dopo l’emergenza Covid.
Per questo motivo chiediamo al governo, in linea con l’impegno che si era assunto, di venire a riferire in Parlamento sull’impatto che l’accumulo di ritardi, nel cogliere gli obiettivi e nell’ottenere le risorse collegate, ha sulla copertura del fabbisogno finanziario dello Stato. E soprattutto a dirci finalmente quali siano le risorse con cui intende compensare integralmente il devastante taglio di 14 miliardi a danno degli enti locali. Le comunità locali, che hanno in molti casi già avviato i cantieri per opere di rigenerazione urbana o di contrasto al dissesto idrogeologico, attendono risposte: sia sulla copertura finanziaria dell’opera sia sugli anticipi alle imprese aggiudicatarie. Il governo non può più buttare la palla in tribuna”. Così il senatore Alessandro Alfieri, responsabile PNRR e Riforme del Pd.


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