Il referendum contro l`Autonomia differenziata è una battaglia che può contribuire a costruire l`alternativa al centrodestra. Non può essere danneggiata da polemiche e divisioni”. Così Alessandro Alfieri, responsabile delle Riforme del Pd, che ha coordinato i Consigli regionali.
Come si è arrivati ai quesiti?
Con i presidenti dei Consigli e i capigruppo abbiamo concordato di presentare il quesito abrogativo dell`intera intera legge sull`Autonomia differenziata, in modo da dare un segnale immediato di impegno a cancellare tutta la riforma da parte delle Regioni progressiste e di centrosinistra, affiancando questa ipotesi più rapida allo sforzo enorme per raccogliere le firme.
Ma c`è anche un secondo quesito, parziale.
Il secondo quesito nasce quando, consultandoci con i costituzionalisti, è emerso che non c`è certezza sull`ammissibilità del referendum, perché ci sono dei dubbi per il collegamento al bilancio e in riferimento all`articolo 75 della Costituzione. Come rete di sicurezza è stato pensato un ulteriore quesito che individua alcuni punti limitati, poiché inserirne troppi avrebbe rischiato di incorrere nella disomogeneità. Massimo Villone sostiene che quel quesito vanifica il referendum, in quanto avalla l`impianto della legge.
No. E per sgombrare ogni dubbio, lo diciamo chiaramente che se la Corte ammetterà il quesito di abrogazione totale, ritireremo un secondo dopo il quesito parziale. Rispetto Villone, ma abbiamo ascoltato tanti pareri: è prevalsa l`idea di una sorta di rete di protezione.
Ma perché proprio quel quesito? È vero che nasce su proposta di Bonaccini?
Abbiamo discusso con i Consigli regionali e alla fine abbiamo dovuto tirare una linea a livello nazionale. Tutti concordi.
Non sarebbe meglio fare un terzo quesito?
Io sarei anche favorevole ma – per quel che riguarda le Regioni – sono scaduti i tempi tecnici perché Bonaccini ha dato le dimissioni e se non si aggiunge una nuova Regione non arriviamo a 5. Per quel che riguarda la raccolta firme, è uno sforzo enorme che richiede risorse aggiuntive.
De Luca ci teneva ad arrivare per primo e dunque ha avallato quel quesito.
I presidenti di Regione sono più impegnati sul ricorso singolo per i profili di incostituzionalità. La Sardegna con la Todde è avanti, ma anche regioni a guida Pd ci stanno lavorando. Questa prima parte è stata gestita più dai consigli regionali.
Il referendum ha una valenza politica?
È una grande battaglia, con il Pd protagonista, prima in Parlamento, e poi per organizzare il referendum. Siamo insieme a tutti i partiti di opposizione, da Iv a quelli più di sinistra, le associazioni laiche e cattoliche e le forze sociali. Oggi (ieri, ndr) sono in Calabria insieme ai consiglieri regionali di opposizione, che hanno presentato la richiesta di referendum, per sfidare Occhiuto. È l`occasione per capire se sta con la logica del baratto del governo Meloni o con i cittadini calabresi. Noi ci batteremo da nord a sud senza se è senza ma: domani (oggi, ndr) siamo a Varese, che fu la culla della Lega.