“Da sempre abbiamo il massimo rispetto per l’autonomia e per gli statuti delle autonomie, che hanno la loro ragion d’essere in motivazioni storiche e geografiche ma in questo caso le forzature della destra si legano solo a questioni interne alla maggioranza. E’ evidente che l’autonomia, che ha ragioni storiche ha però anche dei limiti e deve rispettare degli equilibri. Limiti ed equilibri che trovano nella Costituzione e nei pronunciamenti della Corte Costituzionale i suoi garanti. Ci sono valutazioni politiche e tecniche sulla riforma delle Province e ripresentiamo i dubbi già posti al ministro Calderoli. Non è possibile accettare una riforma di facciata per evitare gli scontri nella maggioranza. Non è possibile parlare di elezione diretta se non si affronta il tema del come, ovvero delle risorse necessarie, del personale e delle competenze. Non è possibile perché altrimenti rischiamo di avere una legislazione a la carte. Il pericolo è quello di ritrovarci con ogni Regione con forme di rappresentanza e di funzionamento diverse. Se si vuole parlare di riforma il discorso deve essere organico e il testo unico degli enti locali l’ambito . E se non lo facciamo noi lo fa la Corte Costituzionale. Serve un discorso organico vale per i terzi mandati, per la riforma delle province e per l’elezione diretta. Tra l’altro per ora non solo non è stato fatto alcun riferimento alla questione centrale, ovvero quella delle risorse, ma sono stati tolti 170 mln alle province per le strade. L’unica cosa che si è visto è il tentativo di trovare una quadratura alle liti interne alla maggioranza e di acquietare la Lega per lo schiaffo ricevuto scambiando qualche posto di potere”. Così il senatore Alessandro Alfieri, responsabile Riforme e Pnrr del Pd, intervenendo nell’Aula di palazzo Madama in sede di discussione generale sul disegno di legge costituzionale che prevede modifiche allo statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia.


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