“I sistemi francese e italiano sono
troppo diversi, dal punto di vista istituzionale ed elettorale,
per potere ricavare dal primo un modello per il secondo”. Lo
dice l’esponente della segreteria del Partito Democratico,
Alessandro Alfieri, interpellato dall’AGI sulla vittoria del
Nuovo Fronte Popolare in Francia. “In Francia c’e’ una destra
post fascista che non e’ stata mai sdoganata dal punto di vista
politico istituzionale. Da noi, invece, e’ stata sdoganata anni
fa da Berlusconi. Li’, quindi, funziona ancora il ‘cordone
sanitario’ per fermare Le Pen”. Ora, per Alfieri, il Nuovo
Fronte Popolare “dovra’ superare vecchi rancori e criticita’
politiche in vista delle elezioni del 2027, altrimenti il
cordone sanitario non bastera’ piu'”. In Italia, sottolinea
l’esponente dem, il fronte alternativo passa “per la costruzione
di una coalizione credibile sulle riforme, sulla difesa della
sanita’ pubblica, sul lavoro, sul livello degli stipendi. E’
questo lo spazio politico dentro il quale costruire la battaglia
alla destra”. Punti sui quali le forze di opposizione in Italia
sono gia’ avanti con il lavoro, come dimostra la fotografia
della Cassazione, dove quasi tutti i partiti alternativi alla
destra (mancava Azione) hanno presentato insieme il quesito
referendario per l’abrogazione della legge sull’autonomia
differenziata. Rimangono, tuttavia, delle distanze: “Dobbiamo
lavorare sui temi di politica estera”, osserva Alfieri. “Ci sono
i margini per trovare un minimo comune denominatore sulla
battaglia per una politica estera e di difesa comune a livello
europeo, per fare un esempio”. Un lavoro “graduale che avra’
come primo passaggio le elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna:
sara’ importante, per il centrosinistra e i progressisti uniti,
mettere in campo programmi e candidature credibili”, conclude


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