“Sicuramente sarebbe stato utile” un confronto, “tutti i momenti di confronto aiutano, in qualche modo, ad avvicinare le posizioni”. Lo ha detto Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in Commissione Esteri e Difesa del Senato, a Ping Pong su Rai Radio1, in merito alla spaccatura del Pd rispetto al voto sulla risoluzione sul Libro bianco per la difesa Ue, rispondendo alla domanda sulla mancata videoconferenza con la delegazione del Pd a Strasburgo prima del voto, e sulle parole di Luigi Zanda, ex capogruppo dem, ieri a La7, che ha sottolineato che, secondo la sua esperienza, sarebbe stato opportuno che il segretario del partito si fosse recato anche a Strasburgo, per ascoltare le diverse sensibilita’ emerse. “Io sono uno di quelli che, fino all’ultimo secondo, ha dato una mano per provare a trovare una soluzione condivisa – ha spiegato Alfieri – l’ho fatto in tante altre occasioni: abbiamo minimizzato, come nell’ultima direzione nazionale, alcuni di noi sono usciti, non hanno votato, proprio per non rendere evidente delle differenze, ad esempio sul referendum del jobs act. Molti di noi hanno sempre lavorato per trovare posizioni condivise. E’ piu’ facile arrivare a posizioni condivise nel momento in cui si aumentano momenti di confronto. Non e’ che non ci sono stati, ci sono stati, pero’ davanti a questi passaggi simbolici, in cui alcuni eurodeputati hanno messo davanti il paese, prima ancora degli interessi del partito, hanno fatto prevalere l’esigenza davanti a un voto simbolico di dover in qualche modo dire ‘noi siamo dalla parte della difesa europea, ma siamo cosi’ tanto dalla parte della difesa europea da dove stare entro il processo fin dall’inizio, votando si’ e poi lavorando per migliorare'”, ha concluso.


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