La proposta che ripresento in parlamento per l`introduzione dell`obbligo del bilancio di genere da parte delle amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti territoriali, quale premessa di una più incisiva applicazione di un altro strumento fondamentale, la valutazione d`impatto di genere delle politiche pubbliche, rientra nel quadro delle iniziative che vanno con decisione assunte per liberare le potenzialità di crescita comune a donne e uomini dalla zavorra più pesante: la disuguaglianza di genere che, in quanto tale, attraversa tutte le altre.

Quando nel suo discorso programmatico la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha indicato nel perseguimento della parità di genere una delle principali priorità della nuova Commissione, il Covid-19 non aveva ancora fatto irruzione nella nostra realtà stravolgendola e imponendo il ripensamento di modelli, paradigmi, agende.

La crisi economica e sociale scatenata dall`emergenza sanitaria rappresenta una fase di cambiamento epocale che comporterà un progresso solo se le classi dirigenti sapranno compiere le scelte necessarie per promuovere un riequilibrio sociale ed economico fondato sulla parità di genere, di opportunità di lavoro e di vita, sul rispetto delle differenze.

È la ragione per cui già a maggio abbiamo promosso in Senato una mozione per un piano straordinario per l`occupazione femminile e per cui nelle settimane scorse abbiamo portato fin dentro le istituzioni la battaglia civica sostenuta da tante associazioni di donne per destinare almeno la metà delle risorse del Recovery fund al superamento del gender gap sul lavoro, nelle retribuzioni, nelle opportunità di carriera, nelle responsabilità di cura. Il bilancio di genere, che significa pianificare azioni e capitoli di spesa, è un elemento essenziale per rafforzare l`uguaglianza e realizzare i diritti, la libertà, l`autonomia, l`autodeterminazione delle donne. Superare il gender gap

In Italia è stato introdotto con il decreto legislativo n. 150 del 2009.  Un`innovazione importante che oggi va però sviluppata e resa omogeneo su tutto il territorio nazionale. Per raggiungere infatti una visione unitaria e completa sulle politiche adottate per il superamento del gender gap, del loro controllo a posteriori, della formulazione di linee politiche future, è infatti essenziale che tutte le amministrazioni pubbliche, incluse quelle locali dai 5mila abitanti in su – come prevede il disegno di legge n. 1539 a mia prima firma che riprende il ddl presentato durante la scorsa legislatura dalla senatrice Magda Zanoni – presentino una rendicontazione delle spese dirette a incidere sul divario di genere.

Bisogna inoltre che sia rafforzato il collegamento tra gli indicatori statistici che servono a monitorare il diverso impatto di genere delle spese, gli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) sviluppati dall`Istat e l`attuazione dell`Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ecco perché il disegno di legge depositato punta a introdurre nel nostro ordinamento l`obbligo per regioni, province, città metropolitane e comuni con -più di  5 mila abitanti di redigere il bilancio di genere al fine di consentire la valutazione del diverso impatto della politica di bilancio sulle donne e sugli uomini in termini di denaro, tempo e lavoro non retribuito e incentivare l`adozione di misure di riequilibri.

Riequilibrio e trasparenza sono le due parole chiave. Riequilibrio significa smettere di considerare le donne come una categoria e trattarle come la metà della popolazione italiana portatrice di specificità e differenze che vanno riconosciute e valorizzate, non negate né tantomeno penalizzate. Trasparenza è la chiave per rendere leggibili in termini di genere le scelte politiche e di bilancio. Oggi questa è la direzione che dobbiamo assumere. Oggi infatti possiamo costruire il cambiamento che ci attende dopo il coronavirus e per governare l`emergenza ancora in atto. Possiamo e dobbiamo archiviare definitivamente stereotipi e pregiudizi fuori dal tempo e da ogni condizione reale. Non per una rivendicazione femminile, di parte, ma come opportunità per il benessere di tutte e tutti insieme. Il bilancio di genere è la concretizzazione di quell`approccio mainstream così necessario al vero cambiamento perché il solo in grado di mobilitare tutte le politiche e le misure tenendo conto degli effetti diversi su donne e uomini, per dare una reale chance di ripartenza, crescita e sviluppo più ampio, equo, sostenibile, condiviso e paritario.


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