“Si è voluto a tutti i costi fare dell’Umbria un test nazionale, il laboratorio delle magnifiche sorti e progressive dell’alleanza PD-5S. È finita con Salvini e Meloni in trionfo in una regione simbolo per tutti i democratici. Dalle lezioni bisogna sempre imparare. Oggi più che mai, errare è umano, perseverare rischia di essere diabolico”.

Lo afferma in un lungo post su Facebook, il senatore Francesco Verducci, della Direzione Pd. “La sconfitta è pesantissima ed è figlia di tanti fattori- sottolinea- Il primo: il Pd non è in grado di dare risposte ‘politiche’ ai ‘piccoli’ della società, ai ceti che soffrono di più gli sconvolgimenti del mercato globale e hanno meno protezione. Tutto questo ha finito per ‘ammazzare’ la ‘vocazione maggioritaria’, l’idea di una forza radicata nella società, con un punto di vista chiaro, riconoscibile, dirompente, dalla parte degli esclusi. il Pd porta avanti un ‘politicismo’ esasperato. È protagonista nel Palazzo, ma fuori quasi non esiste più. Si è provato a mascherare o a rimuovere la nostra crisi con lo schema dell’alleanza con i 5S. Forzando un matrimonio innaturale, tra forze storicamente alternative, per cercare di vincere. Dimenticando che si vince su un’idea di società, non su accordi di potere.” E ancora: “La sconfitta in Umbria viene da lontano, ma le responsabilità dell’attuale Segreteria nazionale sono molte: aver ‘giustiziato’ Catiuscia Marini, a prescindere dal merito dell’indagine e senza alcuna discussione politica. Aver voluto il voto il prima possibile, con ricadute enormi che avrà a cascata sull’Emilia Romagna. Aver composto liste chiuse ed escludenti, senza alcun riscontro nella società, figlie di un feroce controllo correntizio. Aver avallato un Pd ‘grillizzato’ al punto di introdurre una penale che assomiglia in tutto e per tutto ad un vincolo di mandato, e dunque sovvertendo (noi, il Pd!) uno dei perni della Costituzione.”


Ne Parlano