“Letta contrario a candidature plurime del
Pd alle primarie per indicare il candidato del centrosinistra a
presidente di Regione? E’ una vera bugia”. Lo ha detto il
segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nel corso di
un’intervista all’agenzia Dire.
Eppure nelle primarie che si sono svolte a Roma un anno fa, e
che incoronarono Roberto Gualtieri candidato sindaco del
cnetrosinistra, la dem Monica Cirinnà fu costretta al passo
indietro: “Fu il Pd romano che decise un’unica candidatura.
Quello fu un caso più unico che raro- ha spiegato Astorre- Basta
guardare la storia di Roma, dalle primarie di Marino contro
Gentolini e Sassoli o quelle di Morassut contro Giachetti, senza
dimenticare che l’art. 27 dello Statuto nazionale del Pd
disciplina le primarie con più candidati del partito. Il tema non
è quello della candidatura unica ma un percorso ordinato, tra
galantuomini di tutta la coalizione, che ci faccia rimanere uniti
dopo le primarie”.
Astorre ha rimarcato il dato che “Enrico Letta ha elogiato la
vicenda di Rieti dove, nonostante le primarie, si è rimasti uniti
dopo. Una, due, tre candidature o la questione delle correnti
sono tutte fregnacce. Il tema è un percorso chiaro: prima la
coalizione, il programma, poi la scelta di un candidato presiente
che quanto più è suffragato da un bagno di popolo tanto più
questo rappresenta l’inizio della campagna elettorale e non può
che farci bene”.
“Se mettiamo al centro le cose concrete da
fare, come l’attenzione per i più deboli affinché nessuno resti
indietro o venga escluso nei prossimi 10 anni dalla Regione,
l’attenzione per l’economia circolare e uno sviluppo sostenibile
del lazio insieme a quella per le pmi, sono convinto che con
Calenda ci troveremo”. Il senatore e segretario del Pd Lazio,
Bruno Astorre, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire si è
detto sicuro che alla fine Azione di Carlo Calenda alle prossime
regionali nel Lazio confluirà nel campo largo del
cenntrosinistra, anche in presenza dei 5 Stelle.
“Calenda giustamente rivendica, e dovrebbe farlo anche il Pd,
Industria 4.0. Che è stato un provvedimento importantissimo,
tutte le imprese me ne parlano ed è stato un delitto
abbandonarlo”, ha aggiunto Astorre che poi ha ricordato cosa
accadde nel 2018, in occasione della riconferma del governo
Zingaretti: “Già 5 anni fa nel Lazio avvenne qualcosa di simile
(a ciò che potrebbe accedere tra un anno alle regionali, ndr).
Leu andò a livello nazionale contro il centrosinistra ma nel
Lazio fece una lista decisiva per la riconferma della presidenza
di Nicola Zingaretti. Quindi, è già accaduto che ci fosse una
divaricazione a livello nazionale ma che poi su quello regionale
si trovasse l’accordo”.
Inoltre “Lo stesso Calenda, col quale ho avuto un incontro nei
giorni scorsi e che ho trovato molto lucido a livello di
strategia polica nazionale, dice che la legge regionale è diversa
da quella nazionale- ha concluso Astorre- Perché nella prima chi
prende un punto in più si aggiudica ‘tutto il cucuzzaro'”.
– La certezza di “riprendersi” Viterbo e il
grande ottimismo di raggiungere lo stesso risultato anche a
Frosinone e Rieti. Il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nel
corso di un’intervista all’agenzia Dire ha fatto il punto a pochi
giorni dal voto delle amministrative che nel Lazio vedrà
interessati 3 capoluoghi di provincia su 5 oltre che importanti
centri come Guidonia (la terza città per popolazione), Ciampino,
Ladispoli, Cerveteri, Ardea e Grottaferrata.
A Viterbo, in particolare, il campo costruito dal Pd a
sostegno della candidatura dell’assessora regionale al Sociale,
Alessandra Troncarelli, è “larghissimo” perché comprenderà anche
alcuni pezzi fuoriusciti da Forza Italia. A partire dall’ex
sindaco Giovanni Arena, sfiduciato dal centrodestra. “Il dato più
evidente in quella realtà è la spaccatura clamorosa del
centrodestra, con la candidata di FdI che va contro quello
espresso da Lega e Forza Italia- ha spiegato Astorre- Questo
denota uno stato di rapporti tesissimo all’interno dei partiti
che compongono quella coalizione. Alessandra Troncarelli se non
diventerà sindaca al primo turno lo sarà sicuramente al
ballottaggio. Bisognerà capire contro chi la Troncarelli andrà
eventualmente al secondo turno, perché la Lista Civica che
esprime Chiara Frontini come candidata sindaca è molto radicata
sul territorio”.
Ma il centrosinistra “ha possibilità di vittoria sia a Rieti
che a Frosinone. Perché Simone Pietrangeli cinque anni fa perse
per soli 100 voti e anche Domenico Marzi a Frosinone ha ottime
chance di diventare sindaco- ha concluso Astorre- Qui non siamo
riusciti a unire tutta la coalizione, perché Italia Viva, Azione
e il Psi sostengono altri candidati. Auspico però che al secondo
turno si possa riunificare il campo”.
In tutti e tre i capoluoghi il centrosinistra arriva alle
consultazioni come forza di opposizione: “Perché queste elezioni
sarebbero il ‘ritorno’ di quelle che si svolsero nel 2017,
l’annus horribilis per il Pd guidato da Matteo Renzi: si votò
dopo la sconfitta al referendum del 2016 e perdemmo dappertutto,
o contro il centrodestra o contro il M5S. E’ una tornata
complicata, il Pd dovunque ha fatto coalizioni larghe se non
larghissime con una unità formale e sostanziale del partito che
ha accompagnato questo processo. Nelle condizioni date, sono in
campo le migliori soluzioni possibili. L’obiettivo è
riconquistare i capoluoghi di provincia, i grandi centri nella
provincia di Roma e Gaeta”.


Ne Parlano