Con le forze civiche e di sinistra in fibrillazione dopo la convergenza del Pd su Alessio D`Amato, il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre lancia «un appello forte e convinto a tutte le realtà politiche e civiche del centrosinistra affinché restino unite. Vogliamo una Regione con meno diseguaglianze e a difesa dei diritti. Attenta alle tematiche ambientali, con più lavoro di qualità e aperta alle opportunità del mercato digitale. Noi siamo sempre stati per la prosecuzione del modello Lazio che anche a detta di Giuseppe Conte ha lavorato bene. Conte e il M5s in maniera unilaterale e incomprensibile dicono no alla prosecuzione di questo rapporto per vicende che nulla a che fare con questa Regione».

Come il termovalorizzatore?

«Sì, come anche la sua contrarietà al gruppo dirigente del Pd nazionale. Questi temi sono estranei ai programmi di governo del Lazio, sarebbe come dire che la Regione deve esprimersi e trovare l`accordo sull`uscita dall`Euro o la fame nel mondo. Perché sul termovalorizzatore di Roma le competenze sono solo e soltanto del commissario e cioè del sindaco Gualtieri. Competenze che ha in base a una ben nota legge nazionale. Come Pd siamo favorevoli a che a Roma sia chiuso il ciclo dei rifiuti, anche perché la Capitale in questi 10 anni ha riempito la Regione e l`Italia dei suoi rifiuti. Capiamo che altre forze politiche possono non essere favorevoli però il tema non c`entra nulla, ripeto, con il piano rifiuti della Regione Lazio. Quindi basta mischiare i piani. Ricordo che non è stato fatto nel 2021, quando nel Lazio i 5s sono entrati in giunta insieme al Pd e nello stesso momento a Roma i dem erano all`opposizione di Virginia Raggi».

Come si fa a tenere insieme il centrosinistra? Attraverso le primarie?

«Se servono a tenere tutti insieme sono uno strumento utilissimo, siamo assolutamente disponibili a celebrarle. Ma il centrosinistra si tiene unito sulle cose da fare, partendo dalla valorizzazione di quanto è stato fatto dal consiglio regionale e dalla giunta Zingaretti in questi 10 anni. Nicola lascia una Regione decisamente migliore di come l`ha trovata. Vogliamo riportare il Lazio ai tempi cupi del dissesto della sanità? Noi no. Vogliamo continuare a vincere».

Su D`Amato il Pd è veramente unito? Al teatro Brancaccio non c`erano né Zingaretti né Daniele Leodori.

«La linea del Pd regionale sarà decisa in direzione. Io proporrò D`Amato e ci atterremo a quanto delibererà. L`evento di D`Amato era un resoconto della sua attività, alle primarie si era già candidato da tempo. Il Pd era ampiamente rappresentato visto che c`ero io come segretario del Pd Lazio e il sindaco di Roma. Zingaretti e Leodori D`Amato li ha ringraziati, d`altronde l`ottimo lavoro che ha svolto soprattutto in tema Covid è stato portato avanti in seno alla giunta Zingaretti».

Temete di arrivare terzi?

«No. Il M5s si è preso e ha tutta la responsabilità di rendere meno competitivo il centrosinistra ma noi abbiamo già vinto nel 2018 senza i 5 stelle e credo e spero che lo rifaremo anche a febbraio 2023».

Con Carlo Calenda lei ha fatto la pace del libro quest`estate. Ora siete alleati.

«La politica non è mai un fatto personale. Calenda fa politica, noi dobbiamo essere capaci di farne di più. Dobbiamo portare avanti la nostra proposta e il nostro profilo e non dobbiamo avere paura di Calenda che ha meno della metà dei nostri voti».


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