“Le modalita’ improvvisate con cui il governo sta gestendo le nomine di settori strategici del Paese ci sta esponendo all’attenzione dei cybercriminali: un nuovo attacco da parte degli hacker russi ha violato i siti di amministrazioni pubbliche, tra cui quelli del ministero dei Trasporti, bloccando anche servizi pubblici essenziali come Atac. Ma a essere ‘sotto attacco’ e’ tutta la politica digitale: se da un lato il nuovo direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale necessita sicuramente di tempo per entrare nelle complicate dinamiche della cybersicurezza, dall’altro non e’ ancora stato convocato il Comitato interministeriale per la transizione digitale (CiTD), dove si coordina l’azione del governo nell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea”. Cosi’ i parlamentari Pd Anna Ascani e Lorenzo Basso. “Senza presidente – riprende una nota – e’ 3-I, la nuova software house pubblica che dovrebbe potenziare l’infrastruttura digitale di Inail, Istat e Inps. Questo perche’ un manager pubblico ha pensato di scrivere e inviare al suo cda una mail contenente uno dei piu’ vergognosi discorsi di Mussolini, ossia quello in cui rivendica la responsabilita’ politica dell’omicidio Matteotti. Senza direzione e’ anche l’Agenzia per l’Italia Digitale, che gestisce piattaforme e servizi essenziali per la trasformazione digitale, come lo Spid, del quale non sappiamo ancora che fine faranno le 33 milioni di identita’ digitali quando fra un mese scadranno le convenzioni con i gestori. Per capirlo servirebbe un’Agenzia operativa, ma ancora aspetta la designazione di un direttore, visto che e’ scaduta la proroga di Francesco Paorici e non e’ stato ancora trovato il successore”. “L’innovazione e’ un vero e proprio atto politico, orientato a rafforzare la competitivita’, a diffondere le competenze, a sostenere la ricerca ed il trasferimento tecnologico. Per fare questo il capitale umano e’ essenziale, bisogna scegliere persone qualificate e non lasciare senza guida agenzie e societa’ fondamentali per la transizione digitale. Ma questo governo pensa che possano bastare gli algoritmi per fare innovazione, dimenticando nel metaverso talento e merito e scegliendo manager e politici piu’ nostalgici del passato che pensatori di futuro”, concludono Ascanoi e Basso.


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