“L’odissea che giornalmente cittadini e turisti sono costretti a vivere viaggiando sulle autostrade in Liguria non è un tema di cui vuole occuparsi questo Parlamento. Oggi il Senato ha bocciato l’emendamento al decreto milleproroghe per evitare almeno l’aumento dei pedaggi autostradali visti i disagi di chi transita nelle autostrade liguri, in particolare in questi mesi nel tratto da Savona verso Genova”, così il senatore PD Lorenzo Basso, vicepresidente Commissione trasporti, che oggi ha presentato un emendamento al decreto milleproroghe che chiedeva il congelamento delle tariffe autostradali su tutto il nodo genovese.
“Dopo il crollo del Ponte Morandi – aggiunge Basso – la Liguria e Genova hanno vissuto un profondo isolamento e il piano di ammodernamento della rete autostradale avviato da Aspi, con cantieri continui disseminati su tutta la rete ligure dopo decenni di mancata manutenzione, ha reso i collegamenti con il capoluogo e nell’intera regione a dir poco complicati. Le chiusure di carreggiata, i lavori a intermittenza, le lunghissime code a qualsiasi orario, rendono impossibile la vita ai molti cittadini che devono spostarsi per questioni lavorative o familiari. Un danno per il turismo, ma anche per tutti coloro che trasportano merci e persone per lavoro. Un disagio negli spostamenti a cui si aggiunge il rischio di incidenti e l’impatto ambientale e acustico che i cittadini che vivono a pochi metri dall’autostrada subiscono a causa degli incredibili ritardi che stanno caratterizzando la posa delle nuove barriere fonoassorbenti”.
“Di fronte a questa situazione bloccare l’aumento dei pedaggi era non solo dovuto per una questione di rispetto verso i liguri ma anche l’unico segnale da poter dare ad autostrade affinché ASPI investa maggiori risorse per organizzare in maniera più efficiente i propri cantieri, ripristini al più presto le barriere fonoassorbenti e assista sia chi transita sulle autostrade sia chi si trova dirottato sulla viabilità ordinaria. A parole tutti avevano chiesto che fossero bloccati gli aumenti ma alla prova dei fatti, quando l’emendamento è stato dichiarato ammissibile e messo in votazione, il governo ha dato parere contrario senza fornire neanche le motivazioni e la maggioranza ha tenuto la stessa linea, nonostante la misura non prevedesse oneri a carico dello Stato” conclude Basso.


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