No al trasferimento dei depositi chimici a Ponte Somalia. Ma no anche a un modello di città e di regione in cui i servizi finiscono per fagocitare ogni cosa, a cominciare dall`industria che va invece difesa a e rafforzata. Attenti, infine, all`uso che si decide di fare dei fondi del Pnrr, perché si rischiano errori di programmazione e di intervento che finirebbero per pesare per i decenni futuri.
Lorenzo Basso, senatore Pd e vicepresidente dell`ottava commissione (Trasporti e Ambiente), spiega che con «questa destra dialogare è difficile». «Perché se c`è la volontà di confrontarsi, allora si può trovare una mediazione alta- spiega – spesso invece, anche a livello locale, prevale lo scontro». Il paradigma di tutto questo, aggiunge, è rappresentato dal trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia, nel cuore del porto di Sampierdarena. Il suo no, Basso lo ha ribadito in un`interrogazione presentata al governo insieme alla collega del Pd Annamaria Furlan e al senatore M5S Luca Pirondini. E ieri al question time di Palazzo Madama il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha risposto.
E come è andata, senatore Basso?
«C`è innanzitutto un tema di carattere ambientale su cui è competente anche il ministro Pichetto Fratin. Chi sostiene il trasferimento spiega che la distanza degli impianti dalle case passerebbe da 50 a 300 metri, ma questo cambia i fattori di rischio? Direi proprio di no, non vedo nessuna mitigazione in caso di incidenti gravi, che capisco remoti, ma di cui bisogna tenere conto, come incendio o esplosione. Detto questo, c`è però anche un tema più generale di impatto del porto sulla città di cui vorrei discutere, anche perché ci sono investimenti pubblici notevoli».
Non dovrebbero essere fatti?
«Ma no, come Pd ci siamo già pronunciati più volte a favore sul Terzo Valico, la Gronda, la Diga. Ma siamo perplessi sulla gestione di queste vicende».
In che senso?
«Della Gronda, che pareva ormai prossima a partire, non si parla da tempo dopo l`intervento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. La Diga ha incassato il no del Tare poi, ripeto, anche il modo in cui si affronta il tema dei depositi è preoccupante».
Che cosa la preoccupa?
«L`ho sottolineato anche nell`interrogazione presentata con Furlan e Pirondini, oltre alle problematiche ambientali ce ne sono altre di natura occupazionale, sottolineate peraltro anche durante l`ultima manifestazione».
Si riferisce all`intervento dei sindacati?
«Non solo loro, ma anche la Compagnia Unica ha sottolineato come un`ipotesi di questo tipo porterebbe alla perdita di lavoro diretta e indotta, visto che perderemmo gli accosti delle navi del primo armatore italiano di traghetti (il gruppo Grimaldi n.d.r.), che con la sua iniziativa delle autostrade del mare, in forte crescita, sta togliendo traffico alla strada».
Ma il ministro Salvini di fronte a queste osservazioni che cosa ha risposto?
«Inizialmente ha fatto riferimento al progetto del trasferimento da Multedo come di un`iniziativa nata con il precedente governo e poi ha spiegato di aver avuto assicurazioni sul fatto che non ci saranno problemi di natura ambientale e che ci sarà una crescita occupazionale. Io l`ho invitato a riapprofondire la vicenda per poi tornare al confronto».
E accadrà?
«Lo spero, ma in realtà dialogare con questa destra è difficile, spesso anche a livello locale si sposta la vicenda sul piano personale senza entrare nel merito delle vicende».
A chi si riferisce? Al sindaco Bucci con cui già in passato avete discusso…
«Ci siamo incontrati e continueremo a farlo, io non cerco mai la polemica, ma la soluzione ogni volta che è possibile».
Un compromesso?
«No, un compromesso è una scelta al ribasso, io vorrei una mediazione alta, nell`interesse della collettività e questo non vale solo per il porto, ma anche per tutti gli altri temi, a cominciare da quelli più urgenti».
Tipo?
«Il Pnrr per cui mi sento di lanciare un allarme: attenti a fare delle scelte sbagliate perché queste rischiano di trascinarsi per gli anni a venire, non è questione di maggioranza o minoranza».
E poi?
«Le scelte economiche: non esistono solo i servizi, la sesta città d`Italia deve avere più settori in cui giocare da protagonista, il porto, l`industria, i servizi, il turismo. Dobbiamo tenere insieme tutte le vocazioni senza sbilanciarci da nessuna parte, perché poi la Liguria ha anche dei limiti strutturali e fisici, come insegna la vicenda delle Cinque Terre. Quindi, ben vengano i servizi, ben venga la logistica, ma andiamo anche oltre, a Genova e anche a Savona. Qui gli enti hanno chiesto al ministro Urso un tavolo sulle grandi questioni industriali, a cominciare da Piaggio Aero. Credo sia doveroso convocarlo al più presto».


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