“Con sgomento e indignazione apprendiamo
dell’approvazione in Commissione Cultura del Senato della
risoluzione di Fratelli d’Italia che spalanca le porte al
ritorno della pubblicita’ del gioco d’azzardo sulle maglie e sui
campi da gioco del calcio italiano”. Cosi’ il senatore del Pd
Lorenzo Basso, vice presidente della commissione Ambiente,
Lavori pubblici, innovazione tecnologica. “Questa decisione
rappresenta un passo indietro gravissimo nella tutela dei
cittadini, in particolare dei piu’ giovani, e svela tutta
l’ipocrisia di un partito che, mentre a parole si dice impegnato
nella lotta all’azzardopatia, nei fatti cede agli interessi
delle lobby delle scommesse e del calcio multimilionario. Le
statistiche parlano chiaro: in Italia sono centinaia di migliaia
le persone affette da azzardopatia, una piaga sociale che
distrugge famiglie, lavoro e vite. La pubblicita’ dell’azzardo –
sottolinea – ha un effetto diretto sulla diffusione di questa
dipendenza, come hanno dimostrato negli anni associazioni,
esperti e operatori sanitari. Per questo, nel 2015 presentai una
proposta di legge, sottoscritta da oltre 200 parlamentari di
tutte le forze politiche, per vietare la pubblicita’
dell’azzardo, un percorso che si e’ poi tradotto nel divieto
sancito con il Decreto Dignita’ del 2018. Se davvero si vuole
combattere l’azzardopatia e l’azzardo illegale, esistono
strumenti concreti e soluzioni alternative: rafforzare i
controlli sul rispetto del divieto di pubblicita’, contrastare
la pubblicita’ occulta che ancora oggi vediamo durante le
partite di calcio e, soprattutto, investire nella prevenzione e
nel sostegno ai malati. Abbiamo gia’ proposto di usare strumenti
tecnologici come la piattaforma antipirateria per bloccare i
siti di azzardo illegale, una misura concreta e immediata che il
governo dovrebbe attuare subito. Invitiamo tutte le forze
politiche responsabili e le associazioni civili a mobilitarsi
per impedire questo colpo di spugna su una battaglia di
civilta’. Il calcio dovrebbe essere un simbolo di passione e
sportivita’, non un’industria che sfrutta le fragilita’ delle
persone. Giorgia Meloni, che si considera l’erede della destra
sociale, e’ consapevole che invece di difendere i deboli e le
famiglie in difficolta’, sta mettendo a rischio proprio le
persone piu’ fragili? Questa non e’ destra sociale: e’ una resa
totale agli interessi economici piu’ spietati, a discapito della
salute pubblica e della dignita’ dei cittadini”, conclude.


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