“Anche il Pd ha votato a favore del disegno di legge sull’equo compenso per i professionisti, anche se non siamo molto soddisfatti di come si è arrivati in Aula. Condividiamo gli obiettivi e l’impianto del testo, che ricordiamo non è una rivoluzione ma il miglioramento della legge Orlando che già due legislature orsono ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’equo compenso. Ma rimane un’occasione mancata non aver apportato piccole modifiche sulle quali anche la maggioranza è d’accordo, visto che ha presentato ordini del giorno su cui il governo si è espresso in modo favorevole”. Lo dice il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, che è intervenuto nell’Aula del Senato. 

“Condividiamo l’obiettivo – ha proseguito Bazoli – di garantire ai professionisti un compenso dignitoso, tenendo conto che dopo l’abolizione delle tariffe minime e massime per adeguarci all’Ue, troppo stesso committenti forti hanno imposto condizioni contrattuali tali da ledere la dignità del lavoro. Condividiamo l’impianto del testo, che riprende esattamente la legge Orlando e la migliora. Non siamo però soddisfatti di come ci si è arrivati. Ritenevamo che il disegno di legge fosse migliorabile in dettagli significativi, e per questo avevamo presentato emendamenti in commissione sostanzialmente condivisi dalla maggioranza, se è vero che ha presentato ordini del giorno su cui il governo ha dato parere favorevole. L’argomento dell’approvazione rapida, che non ci convinceva, è venuto meno quando un bug nel testo ha reso necessaria una modifica e il ritorno alla Camera. Si tratta di cambiamenti richiesti dalle categorie professionali e che si dovranno apportare in futuro, come quelle sulla sanzione disciplinare ai professionisti e sull’estensione della normativa anche alle associazioni di professionisti non organizzati in collegi e ordini. Per questo non abbiamo l’atteggiamento della maggioranza, che modo di legiferare è questo?”.


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