“Questo governo ha perso ogni misura,
ogni senso del limite, ogni pudore. Ci stiamo trasformando in
impiegati ed esecutori della volonta’ del governo, senza alcun
confronto, senza dibattito. Non solo si sono compressi i tempi
tanto da negare la nostra funzione in Parlamento, ma si e’
portato all’approvazione dell’aula un provvedimento mostruoso
sotto il profilo costituzionale”. Lo afferma il senatore Alfredo
Bazoli, capogruppo Pd in Commissione Giustizia a Palazzo Madama,
intervenendo in aula sul decreto giustizia. “E’ ora di finirla
di usare la decretazione d’urgenza per intervenire sul diritto
penale, sul tema piu’ delicato che riguarda i diritti e le
garanzie nel nostro paese. Il decreto Rave, e poi il decreto
Cutro, e poi il decreto la qualunque – questo – e tra poco il
decreto Caivano. Di fronte a qualunque emergenza, vera o
supposta che sia, la soluzione e’ sempre la stessa: un bel
decreto con l’inasprimento delle pene. Quando sappiamo invece
che i fenomeni sociali devianti vanno affrontati in modo assai
piu’ articolato e complesso che non facendo leva sul diritto
penale. Lo stesso ministro ha candidamente ammesso che alzare le
pene non serve a nulla, se non a fare la faccia feroce per
mandare un segnale all’opinione pubblica. Una perfetta
definizione del piu’ deteriore populismo penale, alla faccia
delle garanzie, del diritto penale minimo, dell’ipocrisia
garantista continuamente evocata”. “Al Senato – sottolinea
Bazoli – abbiamo fatto una indagine conoscitiva sulle
intercettazioni, una indagine durate 6 mesi accurata e complessa
ma a cosa e’ servita se poi il governo interviene con una
mannaia, con una decretazione d’urgenza? E’ una umiliazione del
nostro lavoro, della nostra funzione”. “Per tali ragioni, il
nostro e’ un no convinto al decreto e a un metodo di lavoro che
ci impedisce di svolgere il nostro ruolo in parlamento.
Rimarremo un saldo presidio a tutela delle istituzioni, della
democrazia, delle garanzie e dei diritti del nostro paese”,
conclude Bazoli.