“Quando chiedemmo a maggio, in una interrogazione parlamentare, di consentire ai detenuti una telefonata al giorno ai propri cari, come accadeva durante il Covid, spiegammo che era una decisione che abbassava la tensione nella carceri. Né il ministro della giustizia né alcuno dei tre sottosegretari trovarono il tempo di venire a risponderci. Affidarono una risposta burocratica e inutile ad una sottosegretaria di un altro dicastero. Ora il ministro, dopo due suicidi in carcere in pochi giorni, si accorge che quella proposta ha senso e la sposa. Bene, meglio tardi che mai.
Ci sono tante altre nostre proposte: il ripristino delle semilibertà come durante il covid, il rafforzamento delle misure alternative alla detenzione, l’adeguamento del personale addetto agli Uepe, la cessazione della vergogna delle detenute madri, la piena valorizzazione della giustizia riparativa. Ci ascolti un po’ di più il ministro, e non aspetti altre tragedie per adottare le misure necessarie a rendere più tollerabile e civile la vita in carcere”. Così il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia a Palazzo Madama.


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