Sul fine vita cresce la tensione nel Pd. La consigliera regionale Anna Maria Bigon è stata sollevata dall`incarico di vicesegretaria provinciale di Verona. La colpa: il suo voto è stato determinante per affossare in Veneto la legge sul fine vita. Lei prima non arretra di un millimetro («non vedo di che dovrei pentirmi. Non potevo far altro che esercitare la mia scelta»), poi fa sapere che «per senso di responsabilità e per non acuire le polemiche interne, prendo atto della revoca e continuerò a lavorare nel Partito democratico, il luogo dove deve essere garantito il pluralismo delle diverse sensibilità».
Senatore Alfredo Bazoli, primo firmatario Pd del progetto di legge sul fine vita approvato alla Camera, ma estinto con la fine anticipata della legislatura, da esponente cattolico come valuta la destituzione di Anna Maria Bigon da vicesegretaria di Verona?
«Ho trovato abbastanza incomprensibile la decisione del segretario veronese. Lo statuto del Pd prevede la libertà di coscienza, che non può essere limitata nei comportamenti. Spero quindi che la decisione possa rientrare».
È la spia di una difficoltà di convivenza tra laici e cattolici?
«Trovo surreale che il Pd riesca a dividersi anche su una questione come questa dopo l`esperienza fatta nella scorsa legislatura, in cui ci siamo trovati uniti sul mio testo al termine di una discussione di tre anni con mille difficoltà. Mi auguro che questa diatriba finisca al più presto».
Non sarà l`indizio di altre, meno nobili animosità?
«Può darsi che qualcuno voglia forzare la mano in un verso o nell`altro. Ma invito tutti a stare al merito. Abbiamo un testo condiviso che è una buona mediazione e rappresenterebbe uno straordinario avanzamento della legislazione. Invece di litigare tra di noi, prendiamocela con la destra che impedisce persino di calendarizzare la discussione».
Dato che la Corte costituzionale ha depenalizzato il suicidio assistito, serve ancora una legge?
«Sono arciconvinto che sia essenziale. Manca una disciplina nazionale che consenta un trattamento uniforme dei cittadini, evitando il fai-da-te e che debbano rivolgersi ai giudici. La Corte stessa ha detto che una legge è necessaria. Nella scorsa legislatura ci siamo arrivati vicini. Dall`inizio di questa chiediamo di calendarizzare la discussione a partire dal mio testo, ma ci imbattiamo in un muro di gomma».
Date le sentenze permissive, proprio i più riottosi dovrebbero voler legiferare…
«Prevale un atteggiamento ideologico. Anche la destra più cauta e contraria dovrebbe rendersi conto che, in assenza di una cornice nazionale, non solo ogni Regione va per conto suo, ma c`è il Far West. E anche le ragioni che i più conservatori vorrebbero tutelare non troveranno ascolto».
Una Gip di Firenze ha da poco eccepito alla Consulta che, rispetto all`irreversibilità e l`insopportabilità delle patologie, non serve anche il sostegno delle macchine per il suicidio assistito. Questo non supera il suo testo?
«Il sostegno vitale è una delle condizioni individuate dalla sentenza 242/2019 per accedere al fine vita. Fatico a pensare che, dopo averlo stabilito, la Corte potrà dichiararlo non conforme. Ma, nel caso, bisognerebbe tenerne conto».
Alla luce del diritto di rifiutare accanimenti terapeutici della legge 219/2017 citato dalla stessa Corte, l`eccezione non è peregrina…
«Non c`è dubbio. Si tratta di un tema molto dibattuto anche nella scorsa legislatura. Decidemmo allora di percorrere la strada di una legge più attinente possibile ai binari stabiliti dalla Corte. Se cambiasse orientamento, questo comporterebbe certo un aggiornamento della nostra discussione».
La Corte aggiorna costantemente la disciplina e la società è ormai assai sensibile e aperta…
«Quattro anni sono un tempo piuttosto breve. Quando si parla di materie così complicate e delicate, che coinvolgono convinzioni etiche differenti, penso sia utile intervenire per gradi, come si fece con le unioni civili. Allora non eravamo pronti al matrimonio egualitario e fu giusta la scelta di introdurre intanto un riconoscimento, mentre oggi saremmo già più pronti. Analogamente, nel 2017 si è intervenuti con le Dichiarazioni anticipate e la sedizione profonda, mentre penso che oggi Paese e Parlamento siano pronti per il suicidio assistito che la Corte ha già introdotto nell`ordinamento».


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