“Il Governo affronta in maniera superficiale e quindi pericolosa la delicata questione della proroga dei termini delle intercettazioni. L’esecutivo intende, infatti, porre un tetto di 45 giorni, tranne eccezioni, alla durata dell’uso delle intercettazioni, di tutte le intercettazioni. La cosa è fonte di grande preoccupazione visto che il periodo di tempo è stato stabilito in assenza di qualsiasi studio appropriato e di verifica sui dati a disposizione. Non vi è stata alcuna fase istruttoria e il necessario lavoro di commissione è stato saltato totalmente. Dalla limitazione dei tempi sono esclusi, solo grazie al nostro intervento, i reati di criminalità organizzata e terrorismo. Ciò significa che o emergono nei 45 giorni previsti elementi tali da motivare la richiesta di proroga o si perde l’uso di questo strumento decisivo per inchieste su reati gravissimi quali la corruzione, l’usura, la bancarotta fraudolenta, la violenza sessuale. Il nostro giudizio è quindi negativo, invitiamo pertanto il Governo e la maggioranza a ripensare quanto fatto e accettare una fase emendativa reale che consenta di ripensare una norma che, nelle attuali condizioni, rischia di rendere impossibile l’accertamento di reati gravi”. Così intervenendo nell’aula di Palazzo Madama il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in Commissione Giustizia.
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