Il pronunciamento della Pontificia accademia per la vita è «un forte segnale a proseguire sulla strada intrapresa nella scorsa legislatura». Ne è convinto Alfredo Bazoli, senatore del Pd, cattolico, nell`ultima legislatura relatore di una proposta di legge sul suicidio assistito. «Interpreto questo intervento come un incoraggiamento ad andare avanti per tentare di trovare un faticoso equilibrio su un tema oggi privo di disciplina normativa, pur essendo il suicidio assistito ormai entrato nell`ordinamento giuridico italiano per effetto della sentenza della Corte costituzionale».
Che fine fece il suo progetto di legge?
«Fu approvato alla Camera e poi si interruppe la legislatura. Era il frutto di una mediazione lunghissima e faticosa tra le diverse sensibilità. Anche la Civiltà cattolica riconobbe che quel testo aveva una sua dignità. Penso che sia un buon punto di partenza e l`ho ripresentato tale e quale al Senato: riprenderemo le audizioni in Commissione a inizio settembre e a metà settembre, col sostegno di quasi tutti i senatori di opposizione, è calendarizzato in aula. Purtroppo in questi mesi da parte della maggioranza c`è stato un silenzioso boicottaggio».
In questo contesto c`è margine per superare le divergenze?
«Spes contra spem! Andiamo avanti partendo da alcuni dati di fatto: sulla questione nel Paese c`è una sorta di anarchia, ogni Regione fa quello che ritiene oppure intervengono i giudici, e c`è un percorso tracciato dalla Corte costituzionale. Penso che sia nell`interesse di tutti, sia di chi è a favore sia di chi è contrario, approvare una disciplina nazionale. Sarebbe incomprensibile lasciar cadere ancora una volta questa opportunità frutto di un`esigenza talmente sentita che anche la Pontificia accademia per la vita invita il legislatore a farsi carico di
questo tema».


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