Senatrice Teresa Bellanova, come giudica il governo Conte dalle prime battute?
«Pessimo per quanto abbiamo visto. Eterodiretto, indicato in parte dalla Casaleggio&Associati, “non pervenuto”- mi riferisco al premier Conte e al vice Di Maio – per atti concreti. L’unico che si muove, malissimo, è il ministro dell’Interno Salvini. Un bullismo istituzionale, che si illude di risolvere così una questione geopolitica immensa. Un gioco al massacro che parla alla pancia del suo elettorato e per risucchiare parte di quello di Forza Italia. Così il ministro Centinaio. Voler rivedere la legge contro il caporalato equivale a dire che l’illegalità vale più della vita delle persone. Mentre Di Maio dice: “basta con gli incidenti sul lavoro”, e riconosce la bontà delle leggi che eredita. A Centinaio diciamo: giù le mani dalla legge contro il caporalato. Non ha né buchi né criticità, va soltanto applicata doverosamente».
Lei pensa che sia stato un errore, per quanto riguarda il Pd, non aver accettato il dialogo coi 5 Stelle, per un eventuale accordo di governo?
«Affatto. Condividere un’avventura di governo con i 5 Stelle sarebbe stato pericolosissimo per il Paese e per il Pd. Va bene la presunzione all’altezza della scommessa che noi abbiamo fatto, ma che nessuno tra i 5 Stelle si stia assumendo la responsabilità politica della vicenda romana è indecente. Abbiamo ministri “consigliati” da un personaggio che definire equivoco è poco. Il ministro Bonafede è obbligato a riferire in Aula, come abbiamo chiesto».
Su Ilva e Tap ci sarà un cambio di rotta, così come annunciato in campagna elettorale?
«Ho paura di quello che potrebbero combinare. Contraddizioni e grossolanità sono all’ordine del giorno. Ilva è una delle questioni più cruciali degli ultimi decenni. Determinante per il Mezzogiorno, per l’intero sistema-Paese e la sua competitività europea e globale. Lo afferma Svimez, non io. Salvaguardare diritto alla salute e diritto al lavoro è obbligatorio ed è possibile: qualunque sia il colore del Governo in carica l’obiettivo è dimostrarlo. Invece di rimboccarsi le maniche per risolverlo, continuano irresponsabilmente ad alimentare il conflitto tra salute, ambiente, lavoro. Spettacolo inguardabile e pessimo segnale per gli investitori. Noi abbiamo detto: ambiente e salute non si discutono, abbiamo fissato la priorità del Piano ambientale su quello Industriale, accelerato la copertura dei Parchi Minerari. Il lavoro svolto dal Commissario Straordinario per le bonifiche viene definito encomiabile dagli Osservatori. Tutela dell’ambiente e della salute a Taranto è stata per noi una priorità assoluta. Con il Contratto istituzionale di sviluppo abbiamo sostenuto l’attestarsi di altri segmenti significativi. Oggi ascoltiamo esponenti 5 Stelle dire, contemporaneamente, tutto e il contrario di tutto. E la Lega, che dovrebbe avere a cuore il manifatturiero del Paese, tace».
E sul gasdotto Tap?
«Strategica per l’obiettivo della decarbonizzazione e della riduzione dell’uso di fonti fossili che abbiamo indicato nella Strategia Energetica Nazionale, importante per ridurre il costo dei consumi energetici di famiglie e imprese. Certo, deve essere arduo misurarsi con questo per chi dice che d’estate il Pil aumenta per l’utilizzo dei condizionatori o millanta una riduzione di consumo di gas nel nostro paese. Frottole. La curva dei consumi energetici dice esattamente il contrario: nel 2017, rispetto al 2016, il consumo di gas è di oltre 75mila milioni di metri cubi a fronte dei circa 71mila milioni del 2016. E in ogni caso la strategicità di un’opera infrastrutturale di tale portata non si valuta sulla contingenza».
I settori che negli ultimi anni sono stati di sua competenza, Lavoro e Sviluppo economico, ora sono nelle mani del capo politico dei 5 Stelle. cosa si aspetta da Di Maio?
«Rigore, serietà, competenza. Se Di Maio pensa che che precariato e sottosalari si sconfiggono con roboanti dichiarazioni, vuol dire che non ha capito nulla del sistema che li genera: è quello che va cambiato alla radice. Al momento risulta che abbia disertato il tavolo di Termini Imerese e sostato 5 minuti a quello Tim: un pò pochino. Una persona che non ha mai avuto responsabilità di alcun tipo, oggi è a capo di due Ministeri strategici. Un azzardo enorme sulla pelle del Paese. Sono stata sottosegretaria al Lavoro con delega ai tavoli in crisi, poi viceministro Mise con responsabilità pesanti, Un carico di lavoro enorme in cui mi hanno affiancate persone di grande competenza, che ringrazio. Di Maio dovrà dare risposte su questioni delicatissime. Essere all’altezza della scommessa che noi abbiamo fatto, che ha permesso al Paese di risalire la china e a una parte importantissima del sistema produttivo di ricominciare a correre, in Italia e sui mercati globali. Non ho ancora sentito nulla di serio su politiche industrialo, tavoli di crisi, internazionalizzazione, sostegno alle piccole e medie imprese, formazione, Mezzogiorno».
A proposito del Mezzogiorno, ministro per il Sud è la salentina Barbara Lezzi. qualcuno dice che potrà fare poco o nulla, non avendo risorse proprie ed effettive da gestire. Lo pensa anche lei?
«Un Ministero per il Sud senza portafoglio è ridicolo. Meglio così, si faranno meno danni. Ancora non si capisce, tra l’altro, chi avrà il governo delle risorse europee. Rilevo che sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega al Sud è una parlamentare un tempo vicina a Nicola Cosentino, condannato per concorso esterno in associazione camorristica. Se il Governo del Cambiamento è questo… In ogni caso, prima o poi dovranno misurarsi con le cose concrete. Allora si accorgeranno, carte alla mano, che mai come in questi 5 anni il Mezzogiorno è stato al centro delle politiche di governo e avranno il compito di completare quanto già avviato. Spero che ne siano all’altezza o, almeno, che copino bene».

 


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