“Mancano ancora i moduli per il Reddito di Cittadinanza ed è alle prime battute il coinvolgimento delle Regioni ma per questa maggioranza di Governo la priorità è continuare a sostenere e rafforzare l’equazione poveri uguali furbi. Una vergogna, indegna di un paese civile e di una democrazia che dovrebbe avere come priorità quella di sconfiggere ogni forma di povertà”. Così Teresa Bellanova, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive del Senato. “Altro che cittadinanza. Si stanno costruendo tutti i presupposti – prosegue – per cui chi eventualmente avrà questo sussidio sarà costretto a provare vergogna, dovendo dimostrare in tutti i modi, non solo agli uffici preposti, di averne diritto. Se per tutti questi mesi, ogni volta che ne hanno parlato, hanno messo le mani avanti su furbetti e divani, cosa ci aspettiamo che accada nel Paese? Chi avrà il reddito sarà guardato a vista. Uno da cui prendere le distanze. Se la loro idea di cittadinanza è questa, è evidente il rischio di un isolamento maggiore proprio per i poveri e gli invisibili”. “Una domanda si impone: come mai – chiede la dem – quando abbiamo varato il Rei nessuno ha alimentato questo cancan sui furbetti? Semplice: per noi la priorità era ed è sostenere le fragilità sociali ed economiche con un ruolo centrale dei servizi sociali dei Comuni, che conoscono fin troppo bene le situazioni familiari delle comunità, e con misure concrete di reinserimento sociale ed economico. Una dinamica lineare e trasparente che non ha prodotto nessun equivoco e nessuna furbizia, nessuna frode. Solo una misura universale contro la povertà che stava dando i suoi buoni frutti”.
Ecco perchè sarebbe stato sufficiente, se veramente volevano sconfiggere le povertà, rafforzare e ampliare il Rei – sottolinea la Bellanova – invece di cancellarlo per una misura confusa, pasticciata, inattuabile.Sarebbe stato sufficiente ascoltare chi sa veramente che cos’è la povertà e cosa è necessario per arginarla e sconfiggerla. Sarebbe stato necessario un Ministro del lavoro concretamente impegnato sul versante delle politiche attive e un Ministro dello sviluppo economico realmente consapevole del suo ruolo e della necessità di proseguire nelle politiche per l’occupazione e il sostegno ai segmenti economici di qualità da noi messe in campo. Un Ministro più presente ai Tavoli di crisi e meno occupato a smantellare Direzioni generali, competenze e saperi. Più umile e meno chiacchierone. Più disposto ad imparare dalla realtà invece che contrabbandare soluzioni semplici e fintamente miracolose per problemi complessi”. “Oggi, l’unica cosa in cui stanno riuscendo perfettamente – insiste la dem – è la criminalizzazione dei poveri, alimentando intorno a chi è fragile un muro di diffidenza e sospetto. Per quanto ancora potranno trattare in questo modo i cittadini che hanno bisogno di risposte vere e non di provare vergogna per il loro stato di bisogno?”.