‘Il nostro Paese è il principale produttore europeo di riso con un peso sul totale dell’export europeo di settore di circa il 40% e ha una filiera che dà lavoro a dieci mila famiglie tra dipendenti e imprenditori. Inoltre le risaie sono fondamentali anche per il sistema di regimentazione delle acque, in particolare nella Pianura Padana’. Lo afferma la senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi che ha presentato un’interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole per chiedere quali misure intendano adottare per fare fronte al calo dei prezzi del riso in Italia nell’ultimo anno e se non ritengano di doversi attivare in sede europea per favorire l’adozione di misure di sostegno al settore risicolo.
‘Dai dati della Commissione Ue – continua – si apprende che dal primo settembre 2013 al 30 giugno 2014 le importazioni a dazio zero dai Paesi meno avanzati di riso sono aumentate del 60% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. I produttori dicono sia colpa del regime agevolato, contro il quale le nostre filiere non hanno alcuna possibilità di competere. Il piano unilaterale Ue di solidarietà, risalente al 2001, che ha concesso l’accesso in esenzione da dazi per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni, ai paesi meno sviluppati, è nato certamente con le migliori intenzioni ma non si può permettere che l’Unione Europea sia disinteressata nel seguirne l’evoluzione commerciale. Qualità, tipicità e sostenibilità delle nostre produzioni vanno difese anche facendo ricorso all’applicazione della clausola di salvaguardia se questo rientra nelle possibilità di richieste delle istituzioni italiane. Ed è anche molto importante che a livello europeo si sia avviato il percorso per l’indicazione dell’origine del riso nell’ambito delle politiche sull’etichettatura. E su questi due punti – conclude la senatrice del Pd – mi pare che il Governo ci abbia poco fa rassicurato nell’Aula del Senato’.
‘Dai dati della Commissione Ue – continua – si apprende che dal primo settembre 2013 al 30 giugno 2014 le importazioni a dazio zero dai Paesi meno avanzati di riso sono aumentate del 60% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. I produttori dicono sia colpa del regime agevolato, contro il quale le nostre filiere non hanno alcuna possibilità di competere. Il piano unilaterale Ue di solidarietà, risalente al 2001, che ha concesso l’accesso in esenzione da dazi per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni, ai paesi meno sviluppati, è nato certamente con le migliori intenzioni ma non si può permettere che l’Unione Europea sia disinteressata nel seguirne l’evoluzione commerciale. Qualità, tipicità e sostenibilità delle nostre produzioni vanno difese anche facendo ricorso all’applicazione della clausola di salvaguardia se questo rientra nelle possibilità di richieste delle istituzioni italiane. Ed è anche molto importante che a livello europeo si sia avviato il percorso per l’indicazione dell’origine del riso nell’ambito delle politiche sull’etichettatura. E su questi due punti – conclude la senatrice del Pd – mi pare che il Governo ci abbia poco fa rassicurato nell’Aula del Senato’.